I giovani sono importanti agenti del cambiamento e il loro ruolo è essenziale per costruire società pacifiche e democratiche. "L'Europa vuole aiutarvi a costruire il vostro futuro e ha bisogno di voi per farlo", ha affermato a più riprese Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. A seguito della pandemia l'Ue ha designato il 2022 "Anno europeo dei giovani". Il periodo pandemico è stato particolarmente difficile per le giovani generazioni. "Con la ripresa della società in generale dagli effetti della pandemia, è essenziale dialogare con i giovani e comprendere le loro preoccupazioni per lasciarsi la crisi alle spalle".
Una sfida raccolta dal sindacato, in particolare modo dalla Cisl. "Puntare sui giovani è il più grande investimento che possiamo fare per dare sguardo lungo alla nostra organizzazione ed affrontare le sfide decisive che la crisi ci ha consegnato. Sapendo che sono loro la nostra speranza per un domani migliore", ha affermato la segretaria confederale organizzativa della Cisl, Daniela Fumarola, introducendo la tavola rotonda sull’ Anno europeo della gioventù , tra sfide e opportunità, nella terza giornata del Congresso Confederale in corso a Roma. In effetti, la Cisl non ha mai avuto paura di affrontare i grandi mutamenti economici, sociali, tecnologici. "La vera, grande, indifferibile sfida nell’Anno Europeo della gioventù, è quella del coinvolgimento, di un 'abitare concreto' i luoghi dove i giovani svolgono la loro vita lavorativa e sociale per coinvolgerli e dar vita a progetti di proselitismo nelle scuole e nelle università". Certamente nei luoghi di lavoro tradizionali, ma anche andando alla ricerca di coloro che non hanno un luogo di lavoro fisico: i ciclofattorini, i lavoratori su piattaforma, le voci e volti di servizi sempre più smaterializzati. E poi le tante false partite iva, i lavoratori in nero e grigio, "coloro che le nostre federazioni cercano già di coinvolgere e sostenere da tempo". Per Daniela Fumarola, l’obiettivo è quello di valorizzare il protagonismo dei giovani. "Ecco perché lavoreremo per trovare le giuste risposte da dare alle nuove leve che dobbiamo continuare a coinvolgere perché possano esprimere appieno le loro potenzialità. Investiamo sui giovani creando percorsi formativi, momenti di confronto e di dibattito per fornire loro gli strumenti utili a valorizzarne il talento e le capacità e a favorirne un pieno coinvolgimento nella Cisl".
Ma i giovani hanno bisogno di un progetto di vita. Nè è convinto Luciano Monti, docente Luiss e componente Covige. "Il divario generazionale è un parametro che può essere raffigurato come l’altezza di un muro che un giovane si trova davanti". Tra il 2006 e il 2020 questo muro si è alzato di molto e non si riesce più a saltarlo. "Bisogna allora abbattere questo muro dando una prospettiva ai giovani. Il Next Generation EU è stata una occasione perduta in parte perchè non è stato completato con un pilastro per le nuove generazioni". La speranza è che venga realizzato il patto per l’occupazione per i giovani, perchè rappresenta una reale opportunità.
Una considerazione condivisa anche da Maria Pisani, presidente Consiglio nazionale giovani. "Bisogna monitorare le politiche pubbliche per vedere come integrare con il Pnrr, anche se mancano riferimenti specifici". È un fatto che proprio i giovani, dopo la fase acuta della pandemia, siano stati costretti ad accettare contratti a termine o addirittura in nero. Questo ha indebolito anche il sistema previdenziale. "Allora bisogna che con il Recovery fund si sviluppino maggiormente i bacini occupazionali".
Siamo di fronte comunque ad un periodo molto difficile per i giovani. Per Tea Jarc, presidente Comitato europeo giovani della Ces, il 2022 "Anno europeo dei giovani" rappresenta una opportunità per chi è stato più colpito, dalla pandemia. "Dopo il periodo dell’austerità, voluto negli anni passati dall’Europa, la situazione è notevolmente peggiorata. I giovani sono stati già da allora costretti ad accettare lavori precari. Sarebbe opportuno cambiare le regole in tutti i paesi membri per attuare il pilastro europeo per i giovani, uniformando le regole sui tirocini e gli stage, per evitare tutte le forme di sfruttamento. I sindacati devono unirsi in questa battaglia per raggiungere un obiettivo comune". Infine Nicoletta Merlo, responsabile Nazionale Politiche giovanili Cisl, ha rilanciato con forza la proposta del segretario generale, Luigi Sbarra: "Bisogna elevare e di molto le condizionalità legate all’occupazione giovanile, la quota indistinta del 30% nelle assunzioni per giovani e donne penalizza grandemente l’inclusione delle lavoratrici. Bisogna distinguere le due voci ed elevare notevolmente la quota rosa. L’obiettivo resta quello di valorizzare il protagonismo dei giovani, creando anche nuovi percorsi formativi, momenti di confronto e dibattito, favorendo un pieno coinvolgimento nella Cisl".
Rodolfo Ricci