Venerdì 22 novembre 2024, ore 6:45

America 

L’inflazione Usa rallenta la corsa ma per ora la Fed non molla 

Ormai è diventata una lotteria. Questa volta vincente. Infatti l'inflazione americana scende ai minimi da oltre un anno. I prezzi al consumo sono saliti in dicembre del 6,5%, segnando il sesto mese consecutivo di frenata dal picco del 9,1% di giugno. Un raffreddamento di fronte al quale la Fed però non molla la presa: la banca centrale andrà infatti avanti con i rialzi dei tassi di interesse, pur rallentandone la velocità, forse già allo 0,25% alla prossima riunione. Non ha dubbi neanche la Bce sulla necessità di proseguire con gli aumenti del costo del denaro. Mettendo in guardia sulla possibilità di una "lieve" recessione invernale, l'Eurotower spiega: i tassi di interesse devono ancora aumentare "in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine". La strada è quindi ancora lunga rispetto a quanto certificato dalle stime flash di Eurostat, secondo le quali l'inflazione di Eurolandia è attesa in dicembre al 9,2% (in calo rispetto al 10,1% di novembre). Un dato che mimetizza le profonde differenze fra i singoli paesi: si va dal 20% di Lettonia e Lituania al 5,6% della Spagna, passando per il 12,3% dell'Italia.

Nel suo Bollettino economico l'istituto di Christine Lagarde osserva inoltre come tra settembre e metà dicembre 2022, fra aspettative di un inasprimento più marcato della politica monetaria, i tassi di interesse a più lungo termine sono cresciuti, nel complesso, solo lievemente e i differenziali sui titoli di Stato si sono ridotti. Poi, quasi rispondendo ai timori e alle critiche, ha smentito in un'analisi sull'andamento dei mercati finanziari chi temeva un'impennata degli spread fra annunci di rialzi dei tassi e smantellamento del Qe. "I differenziali sui titoli di Stato italiani e greci a dieci anni - nota il documento - sono scesi, rispettivamente, di 18 e 22 punti base". Nonostante il rallentamento della galoppata dei prezzi, la battaglia si preannuncia ancora lunga anche per la Fed. Anche se i più ottimisti scommettono su un atterraggio 'morbido', lo spettro di una recessione resta e potrebbe mostrarsi più chiaramente nella stagione delle trimestrali della grandi aziende americane, termometro dello stato di salute dell'economia.

La frenata dei prezzi, legata soprattutto alla benzina e alla tariffe aree meno costose, alimenta la speranza per rialzi dei tassi più contenuti forse già dalla prossime riunione. Definendo il dato sull'inflazione incoraggiante, il presidente della Fed di St. Louis,James Bullard, ha invitato alla cautela: "C'è troppo ottimismo sui mercati su un calo dell'inflaizone", ha detto spiegando come a suo avviso è necessario arrivare il prima possibile a tassi sopra il 5%. Secondo il presidente della Fed di Philadelphia Patrick Hacker è "appropriato procedere con rialzi dello 0,25% andando avanti". Aperta ad aumenti del costo denaro limitati anche il presidente della Fed di San Francisco Mary Daly che, prima della diffusione dato dell'inflazione, aveva già paventato fra le opzioni alla prossima riunione un rialzo di 50 o 25 punti base.

Mentre la Fed di interroga su come rispondere al rallentamento dell'inflazione senza mostrarsi debole - ovvero senza mostrare alcun passo indietro nella lotta al caro prezzi - Joe Biden plaude alla frenata: dimostra che il "mio piano economico sta funzionando. L'inflazione sta calando e, anche se c'è ancora molto da fare, siamo sulla direzione giusta", dice. Travolto dallo scandalo delle carte segrete trovate in due dei suoi uffici, il presidente americano coglie nel calo dei prezzi l'occasione per dimenticare, o almeno archiviare temporaneamente, le critiche che gli stanno piovendo addosso e che, è il suo maggiore rischio, si tradurranno in indagine nei suoi confronti mettendo così in pericolo le sue chance di ricandidatura.

Ma "c'è molta convergenza tra le tre istituzioni", CommissioneUe, Bce e Fmi, sul fatto che nell'Eurozona "c'è un rallentamento in corso dell'attività economica, che ci attendiamo si trasformi in una ripresa graduale nel corso dell'anno. Ora se questo rallentamento si trasformerà in recessione non è chiaro a questo punto: potrebbe essere che saremo in grado di evitare del tutto la recessione. In ogni caso se ci sarà una recessione dovrebbe essere lieve", ha detto un alto funzionario europeo in vista dell'Eurogruppo che si terrà lunedì e che avrà anche un punto sulle conclusioni della visita Fondo monetario (Fmi). Poi, rispetto all'ipotesi di correzione al Meccanismo europeo di stabilità (Mes) "non credo che questa discussione possa iniziare prima che sia completata la ratifica della precedente", ha detto sempre il funzionario europeo, sul processo di ratifica del Mes. "La mia comprensione è che il Governo italiano inizierà il processo di ratifica, siamo fiduciosi", ha precisato rispetto all'iter di approvazione ancora incompleto in Italia.
Rodolfo Ricci

( 13 gennaio 2023 )

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