Venerdì 22 novembre 2024, ore 8:18

Bruxelles 

L’industria italiana all’attacco delle norme Ue sugli imballaggi 

Le imprese italiane dell'economia circolare si schierano contro la proposta di Regolamento della Commissione europea sugli imballaggi, che favorisce il riuso rispetto al riciclo. A loro avviso, la norma rovina il comparto italiano del recupero, il primo in Europa. Anche il governo ribadisce la sua contrarietà alla bozza, per le stesse ragioni. Favorevoli invece le associazioni ambientaliste: per loro, gli imballaggi vanno ridotti, perché spesso non vengono riciclati e finiscono nell'ambiente. Le due posizioni sono emerse chiaramente durante una serie di audizioni delle Commissioni Ambiente ed Attività produttive della Camera. Le imprese contestano in primo luogo che la Commissionie europea, per normare il settore degli imballaggi, abbia scelto il Regolamento (immediatamente vincolante per i paesi membri) invece che la Direttiva (che fissa obiettivi e criteri, ma lascia più margine d'azione ai governi).

Una obiezione che anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha fatto nelle scorse settimane. Ma il contrasto vero è sul merito. La proposta di Regolamento, sostenuta dal vicepresidente Frans Timmermans, sposa il modello tedesco del riuso degli imballaggi e del vuoto a rendere (il Drs, Sistema di deposito cauzionale). L'Italia invece da anni ha puntato sul riciclo degli imballaggi monouso, tanto da diventare leader europea. Il tasso di riciclo dei rifiuti nostrano è al 73%, oltre 20 punti sopra quello Ue. Il settore crea valore aggiunto per oltre 10 miliardi e dà lavoro a oltre 200 mila persone.

La proposta della Commissione, secondo la direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti, "rischia di vanificare gli sforzi e gli investimenti compiuti". Confindustria sostiene che il riutilizzo degli imballaggi riduca il livello di igiene degli alimenti, faccia consumare più acqua ed energia per il lavaggio e porti a maggiori sprechi di alimenti. Puntare sul riuso degli imballaggi col sistema di deposito cauzionale (Drs), per l'associazione rischia di "vanificare gli sforzi e gli investimenti compiuti dai settori industriali e dai Paesi più virtuosi che hanno condotto ad oggi al raggiungimento e al superamento degli obiettivi europei di riciclo degli imballaggi".

Per Utilitalia, "l'Unione europea, una volta fissati gli obiettivi, deve lasciare liberi gli stati sugli strumenti per raggiungerli". Una posizione sostenuta a Bruxelles anche dal ministro Pichetto, e ribaditadalla vicemninistra, Vannia Gava: "La scelta di un regolamento, anziché una direttiva, rischia di non tenere conto delle specifiche situazioni nazionali". Opposta l'opinione delle associazioni ambientaliste. Per Marzio Chirico di Fridays for Future, "l'usa e getta è da evitare, occorre ridurre il quantitativo di plastica attraverso il riuso. La proposta della Commissione va in questo senso". E Raffaella Giugni di Marevivo ha obiettato che "l’Italia dice di riciclare il 70% della plastica, ma il mare e la terra sono piene di rifiuti. C'è qualcosa che non funziona. Il riciclo non è sufficiente a limitare i danni. I volumi di rifiuti ora non sono gestibili. La proposta della Commissione affronta questo problema". Andiami ai dati. Vola la raccolta degli imballaggi che in 25 anni passa da 114.000 tonnellate annue a 1.500.000. Un incremento pari al 1.216% per un valore economico distribuito lungo la filiera stimato in 731 milioni di euro annui.

A fare il punto sullo stato del settore è Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, che in occasione dei suoi 25 anni di attività traccia un quadro molto positivo del nostro Paese, capace ormai di superare ogni anno 1.050.000 tonnellate di materiale avviato al riciclo. Un risultato, questo, frutto di una rete capillare che può contare attualmente su 31 impianti di selezione e 92 impianti di riciclo sul territorio nazionale. Contestualmente si registra un aumento anche nella copertura dei Comuni: dal 77% del 2002 al 99% di oggi.

Raddoppiato poi il numero di imprese consorziate della filiera del packaging in plastica, ovvero produttori di materia prima, produttori di imballaggi, utilizzatori che autoproducono i propri imballaggi e riciclatori, passato da 1.216 a 2.480. Dati positivi che però fanno sorridere a metà il consorzio, visto il delinearsi di un regolamento europeo sugli imballaggi per il quale Corepla esprime "ferma opposizione e netta contrarietà", come dichiarato dal presidente Giorgio Quagliuolo, che sottolinea come "la proposta Ue vada tutta sul riuso e sul riutilizzo, quando noi abbiamo puntato il nostro modello sul recupero e riciclo".

Rodolfo Ricci

( 19 maggio 2023 )

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