Era tutto prevedibile. In un documento consegnato alla Commissione la scorse settimana e oggetto dell'incontro tra il ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto e il commissario Ue al Bilancio Johannes Hahn l'Italia sottolinea la necessità di una revisione del bilancio europeo pluriennale (Mff) di fronte al cambio del contesto internazionale. Inoltre, "per evitare la frammentazione del mercato unico la rapida istituzione di un Fondo di sovranità per colmare il gap di risorse negli investimenti strategici, inclusi quelli infrastrutturali, è cruciale e risponde al richiamo urgente formulato in diverse occasioni dal Consiglio europeo", si legge nel documento. Il fondo di sovranità "dovrebbe far leva su schemi europei come l'InvestEu. Le sue risorse finanziarie potrebbero essere fornite utilizzando una maggiore flessibilità in quelle esistenti o anche mobilitando quelle messe a disposizione dal budget europeo o all'interno di strumento Ue esistenti", si legge nel non paper italiano nel quale viene sottolineata anche la necessità di proseguire "in una strategia economica aperta e in una competitività di lungo termini, assicurando una parità di condizioni".
La guerra in Ucraina e l'inflazione, sostiene l'esecutivo italiano, sono i principali fattori di cambiamento nel contesto internazionale. Nel testo viene evidenziata la necessità nel proseguire a sostenere Kiev al livello fino adesso garantito e, allo stesso tempo, fare si che l'Unione possa mantenere "un'adeguata allocazione di fondi al Vicinato Sud", cruciale per gli interessi europei, dove le situazioni di instabilità si stanno moltiplicando. Il non paper evoca anche la possibilità di un aumento delle risorse proprie, anche nella prospettiva dell'aumento dei tassi di interessi per i debiti comuni ex Netx Generation Ue ma quest'ultimo dibattito, secondo il governo, va separato da quello sulla revisione di medio termine del bilancio pluriennale.
Non a caso il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner tende una mano all'Italia sul Meccanismo europeo di stabilità: si aspetta, dice, la ratifica della riforma ancora mancante da Roma in un periodo di tempo abbastanza breve, ma dopo uno scambio "sugli sviluppi futuri" del Mes. "Sono convinto che troveremo un terreno comune". Lo ha affermato in un'intervista al pool di agenzie di stampa riunite nella European Newsroom, tra cui l'Ansa. Rispetto alla trattativa sulla riforma del Patto di stabilità e crescita "abbiamo bisogno della garanzia che ci sia un livello minimo di riduzione del debito all'anno e l'1% non è eccessivamente ambizioso in tempi normali", avverte però. Del resto, un ritorno al 60% massimo del debito sul Pil, previsto dai trattati, "non avverrebbe nell'arco della mia vita". "Credo che il governo italiano si sia posto alcune domande e il direttore del Mes, Pierre Gramegna, sarà sicuramente in grado di rispondere a tutte", ha aggiunto sull'ex fondo 'Salva stati'.
Dopo i colloqui in corso con i venti Stati membri del trattato, Gramegna "presenterà i suoi risultati e le sue idee sull'ulteriore sviluppo del Mes e su quale potrebbe essere il suo carattere". Nessun timore, poi, sul fatto che la mancata ratifica dell'Italia possa creare problemi in caso di una crisi bancaria, facendo mancare la rete di sicurezza (backstop), che in base alla riforma il Meccanismo fornirà al Fondo unico di risoluzione bancaria (gli accordi transitori scadono a fine anno, in attesa che la riforma del Mes sia operativa, ndr). "Il settore bancario europeo è stabile - ha precisato - Non vediamo una crisi sistemica". Ancora sul Patto, un calo dell'1% annuo del deficit e del debito sul Pil non rischia di essere "troppo pro-ciclico". "Per rispondere a queste preoccupazioni siamo aperti all'idea di una clausola di salvaguardia generale per circostanze eccezionali". Agli Stati, in altre parole, sarebbe permessa una deroga sul taglio del debito a fronte di una crisi economica.
Tra i punti cari all'Italia, poi, Lindner chiude a deroghe sulla regola di spesa, persino sulla difesa, anche se "dobbiamo certamente migliorare le nostre capacità di sicurezza in Europa", ha detto. I mercati dei capitali non distinguono tra i motivi per indebitarsi. Sulla riforma della governance economica la proposta della Commissione europea non è ancora il punto di caduta e deve essere migliorata, segnala Lindner. Non garantisce "che i livelli di debito e deficit diminuiranno in modo realistico e affidabile". Come dire: invece di rendere più facile l'aumento del debito pubblico, dovremmo concentrare tutti i nostri sforzi affinché si trasformi in un percorso verso finanze pubbliche sostenibili. Senza intese, invece, si tornerà al vecchio Patto "che dovremo accettare e rispettare fino a quando non avremo nuove regole". "La Germania - ha concluso il ministro liberale tedesco - vuole raggiungere il consenso quest'anno e siamo pronti a negoziare giorno e notte, fine settimana e giorni festivi, se necessario".
Rodolfo Ricci