L'inaspettata accelerazione dell'inflazione nell'eurozona al 2,6% a luglio (con il dato core ancora stabile al 2,9% nonostante le attese di una decelerazione) potrebbe rappresentare una nuova preoccupazione per la Banca centrale europea. Tuttavia gli analisti sono ancora quasi tutti concordi nel prevedere che, al momento, nulla cambierà nella strategia di Francoforte. La prossima riunione del board dell'Eurotower è fissata per il 12 settembre e prima di allora dovranno essere attentamente valutati altri dati macroeconomici (tra cui quello dell'inflazione di agosto) e monitorate le prossime decisioni della Fed, a partire da quella di questa sera. I mercati hanno scommesso su un taglio di 50 punti entro fine anno e continuano ad aspettarsi una prima mossa proprio a settembre. Tuttavia, tra gli analisti di Bloomberg c'è chi fa notare che l'inflazione dei servizi resta a livelli spiacevolmente elevati, nonostante sia leggermente diminuita dal 4,1% al 4%. Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price, sottolinea invece l'impatto al rialzo dei beni legato all'aumento dei costi di spedizione dalla Cina registrato negli ultimi due mesi.
"La Bce - spiega - è probabilmente consapevole che l'aumento dell'inflazione core dei beni dovrebbe essere temporaneo. Nelle sue comunicazioni e deliberazioni, la Bce ha posto molta enfasi sull'inflazione dei servizi, perché è la misura più vicina all'inflazione generata a livello nazionale". I policymaker della Bce erano preoccupati soprattutto per l'emergere di effetti di secondo ciclo. Ma i dati sull'inflazione dei servizi mostrano che la recente tendenza alla disinflazione dei servizi sta continuando. Dal punto di vista della Bce, i dati pubblicati sono coerenti con un ritmo di taglio trimestrale. È quindi probabile che continui a tagliare i tassi di riferimento a settembre e dicembre. Anche secondo Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners, la Bce "probabilmente continuerà ad allentare la sua politica monetaria restrittiva in autunno".
Ma il settore dei servizi continuerà a spingere la crescita della zona euro anche nel terzo trimestre dell'anno: lo ribadisce Bce nel nuovo bollettino economico, secondo cui i dati emersi dalle ultime indagini "segnalano il proseguire di una robusta dinamica dei servizi nel terzo trimestre del 2024". I risultati di giugno dell'indagine della Commissione Ue su imprese e consumatori suggeriscono che la domanda attesa di servizi per i prossimi tre mesi rimane robusta, in particolare nel settore dei viaggi.
Anche le interlocuzioni della Bce con le società non finanziarie confermano il quadro: le società hanno segnalato un'intensa stagione turistica e crescenti segnali di una modesta ripresa trainata dai consumi. Allo stesso tempo, vi sono segnali contrastanti circa l'ipotesi che la debolezza del settore manifatturiero sia sul punto di invertire la rotta. A giugno il clima di fiducia nel settore industriale è rimasto complessivamente stabile, anche se le imprese segnalano un numero di scorte di prodotti finiti superiori alla norma, suggerendo una protratta debolezza della domanda di beni. Inoltre, "le tensioni commerciali e l'incertezza geopolitica continueranno a creare condizioni sfavorevoli per il settore manifatturiero".
Ma restano fattori positivi a sostegno della ripresa dell'attività economica: il continuo rafforzamento dei redditi reali (a fronte della minore inflazione e di condizioni favorevoli sul mercato del lavoro), lo slancio del settore dei servizi e il graduale venir meno del freno dalla politica monetaria sulla domanda. Infine, la crescita dei consumi privati è rimasta modesta all'inizio del 2024, ma le indagini suggeriscono un rafforzamento della dinamica della spesa delle famiglie. Nel primo trimestre i consumi privati sono aumentati dello 0,2%, sostenuti dal reddito disponibile reale che è cresciuto con il calo dell'inflazione e il mercato del lavoro dinamico.
Rodolfo Ricci