Venerdì 22 novembre 2024, ore 8:59

Washington 

In America cresce il lavoro e mettte sotto pressione la Fed 

L'aggressiva campagna di rialzi del costo del denaro da parte della Fed non frena il mercato del lavoro americano. In novembre sono stati creati 263.000 posti, ben oltre le attese, e il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 3,7%. Dati sorprendenti che gelano Wall Street, preoccupata dalla possibilità che la banca centrale statunitense continui ad alzare i tassi anche a costo di una recessione. Il timore è che la Fed li spinga oltre il 5%, lasciandoli alti per un periodo più lungo del previsto. Anche se una 'mini stretta' da 50 punti base è data per scontata in dicembre (in rallentamento rispetto alle quattro consecutive dello 0,75%) gli analisti non nascondono la loro preoccupazione e dimenticano l'ottimismo innescato da Jerome Powell nei giorni scorsi con l'annuncio di una moderazione nella velocità dei rialzi e di un "molto plausibile" atterraggio morbido. La fotografia scattata del mercato del lavoro potrebbe tradursi in un picco dei tassi fra il 5% e il 5,25% piuttosto che in una forchetta fra il 4,75% e il 5%, osservano.

"Gli investitori devono rivalutare il loro ottimismo sulla fine della campagna di rialzi, sia per quanto riguarda il loro livello finale dei tassi sia per il periodo che vi rimarranno", aggiungono altri commentatori paventando la possibilità di un 2023 volatile per i mercati azionari con l'indebolimento dell'economia e condizioni finanziarie più stringenti. Gli analisti scommettevano per novembre sulla creazione di 200.000 posti di lavoro, un livello che avrebbe rappresentato una frenata decisa rispetto ai mesi precedenti (+284.000 in ottobre e +269.000 in settembre). Invece ne sono stati creati 263.000 mostrando una solidità inattesa del mercato del lavoro in un anno caratterizzato da sei rialzi dei tassi di interesse. I recenti tagli del personale annunciati da molti colossi della Silicon Valley - oltre 100.000 in tutto - avevano lasciato sperare in un raffreddamento del mercato del lavoro in grado di contenere i rialzi dei salari e quindi disinnescare parte della spirale inflazionistica.

Ma così non è stato: in novembre i salari orari sono saliti del 5,1%, ben al di sopra della media pre-pandemia del 3%. "Da quando mi sono insediato sono stati creati 10,5 milioni di posti, più di qualsiasi altra amministrazione", afferma soddisfatto Joe Biden firmando il provvedimento approvato dal Congresso per scongiurare un "catastrofico" sciopero delle ferrovie.

"Continuiamo a creare posti di molti posti", osserva il presidente. In media gli Stati Uniti ne hanno creati 392.000 al mese quest'anno rispetto ai 562.000 del 2021, mostrando un'economia resiliente alle strette della Fed, all'incertezza globale e all'inflazione che non molla la presa sulle due sponde dell'Atlantico. Come Powell anche la Bce di Christine Lagarde infatti combatte un caro-vita galoppante e va ripetendo quello che ormai è divenuto il mantra delle due banche centrali: "L'inflazione deve tornare al nostro obiettivo".

Rodolfo Ricci

( 6 dicembre 2022 )

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