Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:32

Bruxelles 

Il voto tedesco complica il rebus delle nomine Ue 

Dagli equilibri tra i 27 al rebus delle poltrone dei big dell'Ue, l'esito del voto tedesco si riflette sull'Unione europea, e crea spazi per l'Italia di Mario Draghi. Da un lato il presidente dell'Eurocamera, David Sassoli (Pd-S&d), che esulta per la rimonta di Olaf Scholz e della Spd nelle urne in Germania. "Non c'è tempo da perdere: l'Europa ha bisogno di un partner forte e affidabile a Berlino, per continuare insieme il lavoro per una ripresa sociale e verde", scandisce.
Dall'altro il numero uno del Ppe all'Eurocamera, Manfred Weber, che accusa il colpo e mastica "amaro" per la debacle dell'Unione cristiano-democratica (Cdu) e della sua gemella bavarese, l'Unione cristiano-sociale (Csu) in cui milita in patria. "Dobbiamo impedire agli ideologi di sinistra di andare alla cancelleria", dichiara. Un risultato, quello delle urne in Germania, che entrambi i leader sanno avrà conseguenze sul Risiko per le caselle del potere a Bruxelles, proprio mentre si avviano le strategie per la conquista del secondo periodo di mandato per la poltrona più pesante del Parlamento europeo. L'italiano non è sceso in campo.
Ma Weber ha già iniziato a mettere i puntini sulle i: quel posto spetta al Ppe. Un mantra che più viene ripetuto, più appare sintomo di incertezza, soprattutto ora, alla luce della scarsa performance elettorale, che vede Cdu-Csu (motori del Ppe) perdere 3,3 milioni di elettori. Anche perché, se Armin Laschet non sarà il prossimo Kanzler, la famiglia politica europea si troverà a raggruppare la leadership di Paesi che hanno un peso meno rilevante nell'Ue. Una rovinosa scivolata. Gli account Twitter dei big del Ppe, in difficoltà, in generale sono rimasti piuttosto silenziosi nel giorno dopo il voto, fatto salvo per il predecessore di Sassoli nell'emiciclo di Strasburgo e attuale coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, che in un'intervista ha espresso preoccupazione per il potenziale periodo di stallo per l'Ue a causa di possibili lunghi negoziati a Berlino. L'ex commissario europeo ha sollecitato l'Italia di Mario Draghi ad "assumersi qualche responsabilità in più per avere un'Europa" più equilibrata. "Ex malo bonum".
Da un vuoto di potere, può nascere un'opportunità per Roma. D'altra parte tra Draghi ed Emmanuel Macron c'è un'intesa crescente. E la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen (Cdu-Ppe) - che con Scholz cancelliere, si troverebbe non solo orfana, ma anche con un avversario forte in casa - ha dimostrato in più occasioni di apprezzare l'autorevolezza dell'ex presidente della Bce.
Un buon partner per dare quella stabilità, che di sicuro Angela Merkel cercherà di garantire fino alla fine, ma che potrebbe aver bisogno di un rinforzo in attesa di sapere se Berlino sarà guidata da un governo Giamaica (Cdu/Csu, Verdi, Fdp) , 'semaforo’ (Spd, Verdi, Fdp), 'rosso-nero-giallo’ (Spd,Cdu/ Csu, Fdp), o dall'ennesima riedizione della Grosse Koalition. Intanto Parigi, che da gennaio assumerà la presidenza del Consiglio dell'Ue, con obiettivi ambiziosi e l'appuntamento elettorale a primavera, invoca "un governo forte e in tempi rapidi" nella capitale tedesca. Di fronte restano tutte le sfide di un quadro geopolitico in rapida evoluzione, la necessità di rivedere le regole del Patto di stabilità, oltre alla difesa comune, e rivoluzione verde. Non c'è tempo per il limbo. Berlino decida: l'Europa non può attendere. Resta il dato di fondo: l'Unione Cdu-Csu guidata da Armin Laschet ha perso nelle ultime elezioni in totale 3,3 milioni di elettori, corrispondenti a - 8,9 punti percentuali. È quanto riferisce un rilevamento dell'istituto Infratest-Dimap. Di questi circa due milioni sono transitati verso il partito socialdemocratico (che ha guadagnato 5,2 punti percentuali in più), un milione circa è passato ai Verdi (che hanno guadagnato in tutto il 5,8% in più) mentre l'8,6% dei voti dell'Unione sono andati a confluire nel partito liberale del Fdp. Al contrario l'Spd guidato da Olaf Scholz ha raccolto circa 820.000 voti provenienti dal partito di sinistra Linke, 1,2 milioni di voti da nuovi elettori e ne ha perso 700.000 che sono andati ai Gruene (Verdi) di Annalena Baerbock.

Rodolfo Ricci

( 28 settembre 2021 )

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