Sabato 23 novembre 2024, ore 10:19

Europa 

I sindacati francesi di nuovo in piazza contro la riforma delle pensioni 

Insistere, insistere, insistere. Serviranno ancora “una o due dimostrazioni di forza, per far ragionare il governo”, dice Lauren Berger, segretario generale della Cfdt. L’esecutivo però non sembra voler arretrare. Anzi, proprio alla vigilia dell’Atto II, Elizabeth Borne ha iscritto la riforma delle pensioni alla voce “non trattabile”. Indietro non si torna, ha detto domenica sera a FranceInfo: “L’aumento dell’eta pensionabile a 64 anni non è più negoziabile”. L’unica apertura fatta dal primo ministro è quella per una migliore valorizzazione dei trimestri “formazione” e “maternità” ottenute dalle lavoratrici nella loro carriera. Per il resto, non c’è margine di confronto. E allora si va avanti, dicono i sindacati. “La battaglia che stiamo combattendo”, dice Laurient Escure, segretario generale dell’Unsa, “è per una migliore distribuzione della ricchezza prodotta dai lavoratori”. La mobilitazione, dunque, “durerà il tempo necessario”. L’importante, “è che sindacati restino uniti”, perché sarà l’unico modo per obbligare il governo cedere.

Febbraio sarà decisivo per il movimento di opposizione alla riforma. Ma c’è chi ha già molte certezze su come andrà a finire. “Macron è certo di perdere”, ha affermato Jean-Luc Melenchon da Marsiglia. Il presidente della Repubblica, ha aggiunto, “ci sta già facendo perdere tempo, energie e soldi, ma poi dovrà fare i conti con la sua sconfitta”. Il leader de La France Insoumise ha fatto notare “che non si vede spesso una così grande mobilitazione di massa organizzata dai sindacati”. Segno “che stiamo entrando in una nuova fase”. Una “situazione eccezionale in cui c’è un ‘prima’ e ci sarà un ‘dopo’”. La seconda grande mobilitazione ha registrato più di 250 manifestazioni nell’Esagono. I trasporti sono stati i più penalizzati: quasi il 50 per cento dei treni fermi, 3 aerei su 5 rimasti a terra. Le metropolitane hanno funzionato, e a regime molto ridotto, solo nelle ore di punta. Quasi la metà degli insegnanti, secondo i sindacati di categoria, ha aderito allo sciopero. Adesione allo sciopero tra il 75 e il 100 per cento, fa sapere la Cgt, nelle raffinerie e nei porti, dove si replicherà già dalla prossima settimana.

All’ora di pranzo, Laurent Berger ha già trovato le risposte che cercava. “Da quello che vedo e mi dicono, nelle strade c’è molta più gente del 19 gennaio”. Più di 2,5 milioni di persone in piazza, sostengono i sindacati. E adesso, rileva il segretario della Cfdt, “ci aspettiamo che il governo riapra il dossier, rinunci a portare l’età a 64 anni e si metta finalmente al tavolo con noi, perché mi pare evidente che la Francia abbia rifiutato in massa la sua riforma”. Ed è un rifiuto gridato con forza anche dai lavoratori del settore privato. “C’è stata una forte adesione - fa sapere Berger - in molti settori, come la metallurgia, l'edilizia, le professioni dei servizi alla persona, nella sanità, nel sociale: si tratta di lavoratori che sanno quanto sia difficile restare al lavoro 2 anni”.

L’unità dei lavoratori, per mezzo di quella sindacale, si scontra con quella dall’esecutivo. “La maggioranza sarà unità”, ha affermato Borne in una riunione con i deputati macronisti. “Ci stiamo battendo per salvare il sistema a ripartizione e quindi non ho dubbi”, ha aggiunto, “che saremo tutti compatti dietro il presidente della Repubblica e il suo progetto”.

Pierpaolo Arzilla

( 31 gennaio 2023 )

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