"Il dibattito sull'immigrazione ha permesso di consolidare l'accordo ottenuto dai ministri dell'Interno su un primo testo che permette di organizzare meglio l'accoglienza e le procedure per chi si trova sul nostro territorio, e cioè la dimensione interna. La natura di questo testo ha creato un disaccordo di diversi Stati membri che bloccherà una dichiarazione formale a 27 e si andrà verso una dichiarazione della presidenza", ha concluso il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice informale di Granada.
Polonia e Ungheria "hanno espresso attorno al tavolo il disaccordo che avevano già espresso a livello dei ministri, ma che non è di natura tale da bloccare una decisione a maggioranza qualificata", una decisione che "credo sia molto ponderata e permetta di andare avanti in modo molto concreto", ha aggiunto Macron.
Ma andiamo per ordine. Immigranti, l'allargamento dell'Unione europea, la guerra in Ucraina e l'Intelligenza artificiale tra i temi del secondo e ultimo giorno dei lavori a Granada. In precedenza il vertice della Cpe (Comunità politica europea) - aperta a capi di Stato e di governo anche extra-Ue,oggi il Consiglio europeo informale. Presenti i 27 leader europei, che terranno incontri bilaterali e di gruppo. In tarda mattinata di ieri la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, hanno espresso "soddisfazione" per l'intesa raggiunta sul Patto europeo per le migrazioni e l'asilo. Lo riferisce Palazzo Chigi, dopo l'incontro tra i due leader a margine del Consiglio europeo. Nel corso del "lungo" colloquio, si legge in una nota, Meloni e Scholz "hanno discusso dei principali temi europei al centro del Consiglio, con particolare riguardo alla questione migratoria, esprimendo soddisfazione per l'intesa raggiunta a Bruxelles sul Regolamento Crisi e forza maggiore".
I due leader, nel constatare l'ottimo livello della cooperazione tra Roma e Berlino, si sono dati appuntamento al Vertice intergovernativo italo-tedesco, che si terrà in Germania a fine novembre.
"Per la prima volta in decadi c'è la possibilità vera di un accordo sulla migrazione. Dobbiamo restare prudenti e concentrati. Non possiamo permettere che questo tema domini una volta ancora la campagne per le Europee", ha detto la presidente della Pe Roberta Metsola in conferenza stampa a Granada. Soffermandosi sul veto di Polonia e Ungheria alla Dichiarazione finale del vertice Metsola ha spiegato di "restare ottimista". "Questa mattina ho parlato con il premier Morawiecki, c'è un bisogno di riconoscere che le situazioni in ogni Paese membro sono differenti. Bisogna fare delle distinzioni, tra Paesi di primo arrivo di mare e di terra. Io sono convinta che se riusciremo a istituire un sistema bilanciato" sulla migrazione queste differenze verranno tutte affrontate. "Non ci sono soluzioni nazionali, non uccidiamo il Patto sulla migrazione prima che sia adottato", ha sottolineato. Ma sull'immigrazione "non c'è accordo" nell'Ue e "non ci sarà nei prossimi anni", perché gli altri Stati membri hanno "violentato giuridicamente" la Polonia e l'Ungheria, lasciandole fuori con il voto a maggioranza qualificata sulle proposte legislative del Patto su immigrazione e asilo, ha ribadito invece il premier ungherese Viktor Orban parlando con la stampa al suo arrivo al Consiglio europeo informale di Granada, in Spagna.
"Non c'è accordo sull'immigrazione - ha detto Orban - perché prima avevamo deciso che l'immigrazione sarebbe stata regolata sulla base di accordi unilaterali, ma questo è stato cambiato nell'ultimo incontro" del Consiglio dei ministri dell'Interno dell'Ue, il 28 settembre. "La Polonia e l'Ungheria non erano soddisfatte della proposta, ma sono state lasciate da parte. La proposta è stata spinta avanti, Polonia e Ungheria sono state lasciate totalmente fuori". "Dopo questo - ha affermato il premier ungherese - non c'è nessuna possibilità di nessun tipo di accordo o compromesso sull'immigrazione, politicamente è impossibile".
Poi il tema dell’apertura a nuovi Paesi. Sull'allargamento "si è registrato un ampio supporto, con la premessa che il processo sia basato sul merito e che sia i Paesi candidati che l'Ue debbano essere pronti" al cambiamento. È quanto spiegano fonti qualificate dell'Ue mentre il vertice informale di Granada è arrivato a metà del suo percorso e ha già trattato gli argomenti dell'allargamento e dell'autonomia strategica. Le stesse fonti hanno registrato un ampio sostegno anche sul proseguimento dell'aiuto, anche finanziario, all'Ucraina anche se - viene sottolineato - della revisione del bilancio vera e propria si parlerà a fine ottobre. Finora, viene ricordato, hanno preso la parole oltre 15 leader.
Del tema della migrazione si è parlato solo dopo pranzo e sulla Dichiarazione di Granada si continua a trattare con Polonia e Ungheria. "Siamo fiduciosi che alla fine si faccia", hanno sottolineato le fonti. E’ un fatto. "Diversi Paesi vogliono entrare a far parte dell'Unione europea ed è importante offrire loro una reale prospettiva di adesione. Ma dobbiamo farlo in modo responsabile. Ciò significa attenersi a un processo di riforme durature basato su condizioni, ad esempio nel settore dello Stato di diritto", ha scritto in un tweet il premier olandese, Mark Rutte dal vertice dei leader europei a Granada. Il primo ministro ha sottolineato anche la necessità di riflettere sugli effetti dell'allargamento. "È quindi utile discutere di come l'Ue possa continuare a funzionare efficacemente in caso di adesione di nuovi Stati membri". Tra i temi in agenda anche l'immigrazione, un problema che, secondo Rutte, va affrontato a livello europeo.
Rodolfo Ricci