Una campagna a 360 gradi per aumentare l'affluenza alle urne, un racconto diverso dell'Europa e una correzione in corsa su alcuni temi, a partire dal Green Deal. Gli europeisti, di fronte all'ascesa delle destre - all'Eurocamera, nei sondaggi e molto probabilmente alle prossime elezioni - provano così a serrare le file, facendo perno su pochi, semplici concetti che non possono prescindere da una certezza: la difesa dei valori europei. Ma non basta. Nello schema centrista serve anche un volto che interpreti questa strategia, e quel volto non può che essere quello di Ursula von der Leyen. Sarà la presidente della Commissione Ue, infatti, la testa d'ariete della campagna del Ppe.
Il 19 febbraio, salvo colpi di scena, von der Leyen ufficializzerà la sua discesa in campo ad un incontro della Cdu a Berlino. Due giorni dopo, in ogni caso, si chiuderanno i termini per la presentazione delle candidature. Von der Leyen sarà l'unica in corsa per lo Spitzenkandidaten dei Popolari. Ma l'interpretazione che si sta facendo largo a Bruxelles è un altra: von der Leyen sarà l'unica veramente in corsa per Palazzo Berlymont per il fronte europeista.
Il lussemburghese Nicolas Schmit, commissario al Lavoro e candidato dei Socialisti, non può infatti avere i galloni dell'ex ministra della Difesa tedesca. Mentre è sempre meno probabile che i liberali lancino un loro Spitzenkandidaten per le Europee. La partita quindi è un'altra, ed ha a che vedere l'avanzare delle destre, conservatrici o estremiste che siano. L'ingresso nel gruppo Ecr di Reconquete!, il partito di Eric Zemmour e Marion Marechal, ha disorientato chi in in Europa guardava ad un avvicinamento di Giorgia Meloni ai moderati, sulla scia del possibile sostegno a von der Leyen. E continua a dividere anche la maggioranza di governo in Italia: "Non condivido una parola di quello che dice Zemmour", ha puntualizzato il ministro degli Esteri Antonio Tajani tornando a sottolineare una linea di demarcazione tra Fi e Fdi, tra il Ppe e i Conservatori. La Lega, dal canto suo, rivendica l'alleanza con Marine Le Pen, puntando tutto sul possibile exploit del Rassemblement Nationale in Francia.
Ma è proprio osservando le dinamiche transalpine che, in Fdi, si guarda all'ingresso di Reconquete! in maniera diversa. Il partito, si ragiona tra i meloniani, è ormai diverso da quello delle ultime presidenziali Oltralpe e punta ad essere quello della destra conservatrice in Francia. Punta a scalare i Republicans e ad occupare quegli spazi che neppure la svolta a destra dell'ultimo Emmanuel Macron è riuscito ad occupare. In questo senso, il rapporto con il partito di Marine le Pen, aggiungono le stesse fonti, è quello della complementarietà.
A tutto ciò va aggiunto un duplice dato: l'allargamento a Reconquete! è stato organizzato in piena sintonia con la premier e riguarda solo il gruppo al Pe. Un ingresso nell'Ecr Party avverrà solo dopo le Europee. Dopo il voto toccherà eventualmente a von der Leyen valutare a quale maggioranza rivolgersi: quella 'centristà composta da Ppe, S&D e Renew con l'eventuale aggiunta di qualche formazione di destra o dei Verdi Ue. O passare il Rubicone e puntare a un fronte del centrodestra, al momento non definibile. Molto, ovviamente, dipenderà dai risultati di giugno. Ed in questo senso è partita la campagna anti-astensione. Roberta Metsola è da settimane in tour per l'Europa con questo obiettivo. E l'Eurocamera ha lanciato un'iniziativa perfino attraverso il FantaSanremo: i cantanti preferiti degli utenti porteranno sul palco della terza puntata una matita, simbolo del voto elettorale nelle urne.
Si diceva della destra. Orban è ancora un'ipotesi, Eric Zemmour è una realtà. Giorgia Meloni continua nel suo percorso di allargamento del campo della destra europea, e, nell'attesa di un possibile ingresso nei Conservatori e Riformisti dell'alleato ungherese, vede il suo gruppo all'Eurocamera inglobare l'unico eurodeputato di Reconquete!, il partito fondato dall'ex giornalista e scrittore francese e che tra i suoi leader Marion Marechal. E a Strasburgo, ad annunciare l'ingresso dal gruppo dei non iscritti di Nicolas Bay in Ecr, al fianco di Nicola Procaccini, c'era la nipote di Marine Le Pen. "Con Meloni abbiamo una visione comune nella lotta all'immigrazione clandestina. Ecr è la nostra famiglia naturale", ha sottolineato Marion Marechal rimarcando la comune "lotta alla propaganda Lgbt e woke". L'ingresso di Reconquete! in Ecr fa rumore, non solo a Strasburgo. Va infatti a confermare un trend di Fdi, quello dell'allargamento alle destre considerate a Bruxelles più estreme.
Rodolfo Ricci