Sarà l’ultimo atto del presidente joe Biden. "Siamo preoccupati per le misure adottate ieri dagli Usa che limitano l'accesso alle esportazioni di chip avanzati di intelligenza artificiale per alcuni Stati membri dell'Ue e per le loro aziende". Bruxelles ritiene che sia anche nell'interesse economico e di sicurezza degli Stati Uniti che l'Ue acquisti chip avanzati di intelligenza artificiale dagli Stati Uniti senza limitazioni: collaboriamo strettamente, in particolare nel campo della sicurezza, e non siamo un rischio.
È questa la posizione del della vice presidente della Commissione Henna Virkkunen e il commissario Maros Sefcovic dopo la stretta di Washington all'export di chip per 125 Paesi. Infati, dagli Stati Uniti arriva una nuova stretta alle esportazioni di chip per l'Intelligenza Artificiale. Si tratta di un tentativo della Casa Bianca di limitare l'ascesa tecnologica della Cina e di altri competitor come Russia, Iran e Corea del Nord. "Gli Stati Uniti sono alla guida dell'IA ora, sia nello sviluppo sia nel design dei chip, ed è essenziale che la situazione resti immutata", ha detto la segretaria al Commercio Gina Raimondo. Le nuove disposizioni includono un tetto ai semiconduttori per l'IA che possono essere esportati in circa 120 Paesi, a esclusione dei 18 più stretti alleati americani.
Il ministero del Commercio cinese ha definito queste norme una "flagrante violazione" delle regole commerciali internazionali. Pechino parla di "generalizzazione del concetto di sicurezza nazionale e abuso del controllo delle esportazioni". Nell'elenco ci sono anche alcuni Stati membri dell'Ue. L'amministrazione Biden ha spiegato che le nuove regole sono tese a mantenere il controllo statunitense sulle tecnologie critiche, impedendo agli avversari come Cina e Russia di utilizzare questi strumenti per rafforzare il potere militare e condurre attacchi informatici negli Usa. Le aziende del settore hanno già protestato contro le nuove regole, affermando che metterebbero a rischio le loro vendite e le prospettive del settore negli Stati Uniti. La proposta pone una serie di limiti alla quantità di chip che le società potranno esportare all'estero, dividendo il mondo in tre categorie.
Gli Usa, insieme a 18 alleati tra cui Regno Unito, Canada, Germania, Corea del Sud, Giappone e Taiwan, saranno esenti da qualsiasi restrizione e potranno acquistare liberamente chip per computer avanzati utilizzati per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale. I Paesi che sono già soggetti a misure di embargo sulle armi da parte degli Usa, come Cina e Russia continueranno a non potere acquistare chip. A tutti gli altri Paesi del mondo saranno imposti limiti al numero di chip che sarà possibile importare, anche se le Nazioni e le aziende potranno chiedere un aumento siglando accordi con il governo statunitense.
Quest'ultimo gruppo include anche diversi alleati e partner commerciali degli Usa, come Messico, Israele, Polonia e Svizzera. Le regole sono anche tese a impedire alla Cina di ottenere da altri Paesi le tecnologie di cui ha bisogno per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.In effetti, a inizio dicembre, l'amministrazione Biden avevalanciato un'indagine sulle pratiche anticoncorrenziali della Cina a sostegno della sua industria dei semiconduttori. L'indagine riguarda i cosiddetti chip 'fondamentali', inclusi quelli usati nelle auto, negli elettrodomestici e nei dispositivi elettronici. Da subito è apparso chiaro che i risultati dell'indagine potrebbero tradursi in restrizioni all'import o dazi sui semiconduttori Made in China e la decisione spetterà a Donald Trump.
Rodolfo Ricci