Alla fine il Congresso ha approvato l'accordo sul tetto del debito e gli Stati Uniti evitano il default. "È una grande vittoria" ha affermato Joe Biden lodando Camera e Senato per la rapida azione. Palesemente soddisfatto per il successo ottenuto con un abile compromesso politico, il presidente americano si è rivolto agli americani: È una grande giornata", ha detto trionfante commentando i dati sul mercato del lavoro. Nonostante l'aggressiva campagna di rialzi dei tassi da parte della Fed, l'occupazione americana resta solida: in maggio sono stati creati 339 mila posti di lavoro, decisamente oltre le attese degli analisti che scommettevano su quota 195 mila. A balzare, però, è stato anche il tasso di disoccupazione, salito al 3,7%.
Le borse hanno brindato al via libera del Congresso e al significativo aumento dei posti di lavoro negli Stati. Corre di conseguenza Wall Street, dove i listini sono confortati dal buono stato di salute dell'economia americana e dall'aver archiviato l'incubo default. Il balzo dei posti creati è destinato ad alimentare il dibattito interno alla Fed, divisa sulla possibilità di prendersi una pausa nella campagna di rialzi alla riunione di giugno. "Dovremmo almeno saltare il rialzo nella riunione di giugno. È il momento per premere il pulsante dello stop per una riunione", ha affermato il presidente della Fed di Philadelphia Patrick Harker. Le sue parole fanno eco al governatore della banca centrale Philip Jefferson che, nelle ultime ore, ha messo in evidenza che saltare un rialzo dei tassi concederebbe alla Fed la possibilità di valutare i dati senza precludere una futura stretta.
Al momento la banca centrale sembra orientata a uno stop almeno nell'immediato, ma questo non esclude ulteriori rialzi nell'estate o entro la fine dell'anno. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha indicato di sostenere una pausa al prossimo appuntamento, così da concedere alla banca centrale tempo per valutare l'impatto dei rialzi finora decisi sull'economia. Sul fronte dell'inflazione la banca centrale ha sicuramente compiuto dei progressi, con i prezzi ormai in aumento di 'solò il 4,9% rispetto all'8-9% di qualche mese fa. Il target del 2% resta però lontano e questo implica la possibilità di nuovi rialzi dei tassi - appare scontata una stretta dello 0,25% forse già in luglio - per raffreddare la domanda e l'economia.
Alcune indicazioni positive arrivano comunque dal fronte dei salari: la crescita su base mensile è rallentata allo 0,3%, mentre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si registra un calo al 4,3%, un livello comunque al di sopra del 3,5% ritenuto uno dei prerequisiti della Fed per centrare il target del 2% di inflazione. Progressi sul fronte del prezzi sono stati compiuti anche nell'area euro. La Bce "non è lontana" dalla fine del suo ciclo di rialzo dei tassi, afferma Fabio Panetta, membro del board della Bce. "Stiamo facendo tutto il possibile per ridurre l'inflazione al 2%. In meno di un anno - ha osservato Panetta -, abbiamo alzato bruscamente i nostri tassi di interesse, da -0,5% a 3,25%, e l'inflazione sta rallentando".
Rodolfo Ricci