Dopo settimane di braccio di ferro, la casa automobilistica tedesca Opel, controllata dai francesi del gruppo Psa, ha finalmente raggiunto un accordo con il potente sindacato Industriegewerkschaft Metall (Ig Metall) riguardo a un piano d'investimento e alle garanzie occupazionali per gli impianti in Germania. Secondo i termini dell'intesa, arrivata dopo mesi di trattative, non ci saranno esuberi forzati fino al 2023, ma nello stesso periodo saranno anche congelati gli aumenti salariali. Il piano comprende i 3.700 esuberi volontari già annunciati con circa 3.500 lavoratori che hanno già aderito al programma. Opel ha anche promesso investimenti significati in ricerca e sviluppo per gli stabilimenti di Eisenach, Rüsselsheim e Kaiserslautern.
Una notizia molto attesa, soprattutto dai lavoratori di Eisenach, il sito economicamente più fragile nella regione della Turingia. Il più piccolo degli stabilimenti Opel è stato al centro delle preoccupazioni dei dipendenti che temevano una graduale devitalizzazione del sito, dal momento che Psa si era impegnata su una sola linea di produzione. Insufficiente a garantirne la sostenibilità economica, aveva calcolato l'Ig Metall, che per settimane ha invocato un uso migliore delle capacità. Secondo l'accordo raggiunto martedì sera, Eisenach ottiene la produzione del modello Grandland X e delle sue versioni ibride, il che significa che verranno mantenute due linee. E anche il centro di sviluppo di Rüsselsheim, il cuore storico del marchio al fulmine, ottiene nuove missioni.
In cambio, i rappresentanti dei dipendenti hanno accettato di rinunciare a una parte dei benefici salariali garantiti dal contratto collettivo dell'industria metalmeccanica, adottato lo scorso febbraio. Alcuni premi, che dovevano entrare in vigore il 1 gennaio 2019, saranno rimossi. E gli aumenti salariali pianificati dal 2020 saranno posticipati.
(Articolo completo di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid)