L'inflazione continua a calare ma l'incertezza resta troppo alta per la Banca centrale europea che spinge al ribasso le aspettative per un secondo taglio dei tassi nella prossima riunione del 18 luglio. Rimane cauta anche la Federal Reserve, che ancora non allenta la stretta monetaria e vuole più certezze sul fronte dei prezzi prima di avviarsi sul cammino dei tagli. Dal forum di Sintra, il simposio annuale organizzato dalla Bce in Portogallo per riflettere sul futuro della politica monetaria, i banchieri centrali - Christine Lagarde e Jerome Powell in testa - lanciano un messaggio di cautela che lascia freddi i mercati, quasi tutti in calo in chiusura.
L'invito alla cautela arriva anche dall'Autorità bancaria europea, che mette in guardia gli istituti di credito vista "la forte incertezza" sulla crescita economica, i tassi di interesse e i rischi geopolitici. Il nuovo dato sull'inflazione della zona euro, scesa al 2,5% a giugno dal 2,6% di maggio, non ha entusiasmato più di tanto l'Eurotower. Per il capo economista Philip Lane non dà risposte ai dubbi che la Bce continua ad avere sull'andamento dell'inflazione di fondo, e quindi serve più tempo per valutare la situazione. Nemmeno la presidente Christine Lagarde è soddisfatta: l'inflazione a giugno "è più bassa del mese precedente ma ancora siamo convinti che sarà un percorso accidentato nel 2024", anche perché il settore dei servizi, dove è ancora ferma al 4,1%, continua a preoccupare, ha spiegato. Non serve che cali al 2%, ma "dobbiamo vedere che cosa c'è dietro" i numeri, perché la resistenza potrebbe nascondere qualcosa di più preoccupante, ovvero una tendenza capace di far risalire l'indice complessivo.
Quindi, anche se "siamo molto avanti con il processo di disinflazione", bisogna mantenersi prudenti perché il taglio dei tassi non è un processo lineare né un cammino predeterminato ma un passo alla volta che richiede valutazioni e rivalutazioni costanti alla luce dei nuovi dati in arrivo ogni mese. L'Autorità bancaria europea registra il clima d'incertezza su più fronti e mette in guardia le banche.
"Nonostante i primi tagli, i tassi di interesse permangano su livelli elevati e le aspettative su questo fronte" sono sempre più incerte, visti i rischi geopolitici e quelli sulla crescita, che potrebbero mettere in difficoltà gli istituti che hanno fatto credito. Tra i rischi percepiti ci sono anche quelli politici, legati ad esempio alle elezioni in Francia. La Bce osserva i movimenti sui titoli francesi, come quelli degli altri Paesi, ma non vede motivi di preoccupazione in questa fase. Quello che preoccupa Lagarde sono invece le regole del nuovo Patto Ue: "Devono essere rispettate", spiega, riducendo debiti e deficit ma senza ridurre gli sforzi sull'attuazione delle riforme strutturali fondamentali per aumentare la produttività in Europa.
Negli Usa la situazione è diversa visto che la Fed, prima ad alzare i tassi, sul taglio ha invece mandato avanti la Bce. Nel panel con Lagarde, il numero uno Jerome Powell ribadisce la linea attendista: "Stiamo facendo progressi, ma l'inflazione tornerà al 2% forse alla fine dell'anno prossimo o nel 2026, quindi la politica monetaria è restrittiva e resterà tale". La Fed ha bisogno di certezze e può permettersi di prendere tempo perché l'economia statunitense è forte.
Rodolfo Ricci