I programmi varati dai governi europei durante la pandemia hanno avuto successo: si sono rivelati un'anocra di salvezza per la gente e hanno preservato la struttura dell'economia e il reddito dei lavoratori. Gli aiuti "hanno salvato milioni di aziende europee", che rappresentano circa 30 milioni di posti di lavoro. Lo afferma il Fmi, sottolineando che per sostenere una forte ripresa nel 2021 i programmi di emergenza devono essere mantenuti e devono essere adattati. Il sostegno pubblico ha aiutato coprire il 60% dei bisogni di liquidità legati al Covid delle aziende europee e nonostante questo la quota delle imprese insolventi sul totale delle aziende si stima sia salita di sei punti percentuali. Secondo il Fmi concentrandosi solo sulle aziende che erano solvibili prima del Covid serviranno fra il 2 e il 3% del pil per offrire alle aziende il capitale necessario in modo da non essere più in difficoltà.
E questo richiede l'azione del settore pubblico e di quello privato. Il coinvolgimento delle banche, che conoscono i loro clienti e valutano i loro business plan, è un principio importante che può aiutare a selezionare le imprese da sostenere, ovvero quelle in salute che possono creare occupazione e hanno buone prospettive dopo la pandemia, spiega il Fondo osservando come incentivare gli investitori privati può contribuire a mitigare il 'moral hazard'. Il Fmi quindi cita alcuni esempi fra i quali la Francia e il programma per le piccole e medie imprese dell'Italia che incoraggia iniezioni di capitale private con incentivi fiscali e limita il contributo del governo.
Poi c’è una nuova linea che ha preso piede anche all’ultimo g20: tassazione delle multinazionali e dei colossi del web; sostegno alla ripresa dopo lo shock pandemico; sforzo per vaccinare in tutti i Paesi. Anche l'amministrazione Biden ha aperto all'agenda italiana proprioper un G20 che veda una vera e propria 'inversione a U’dopo gli anni dell'America First, con il ritorno del multilateralismo e della cooperazione. È stata questa la cifra più significativa del G20 finanziario - presieduto dal ministro dell'Economia Daniele Franco e dal governatore di Bankitalia - svoltosi nei giorni scorsi nel formato anti-pandemia di una teleconferenza, ma con l'obiettivo di vedersi in persona, a luglio a Venezia, a discutere di un rilancio economico che faccia leva su economia sostenibile, inclusione, aiuti ai Paesi più vulnerabili sulle cure e i vaccini, anche con l'aiuto del Fmi e degli 'Sdr' già usati nella crisi di un decennio fa.
Già qui è visibile lo 'stacco’ rispetto ai toni sovranisti che caratterizzavano il G20 degli anni di Trump, che proprio in Italia, a Taormina nel 2017, vide la spaccatura con Washington che aveva gelato tutti uscendo dagli accordi di Parigi sul clima.
Rodolfo Ricci