L'economia globale è in una posizione migliore rispetto a quanto previsto alcuni mesi fa sulla scia della pandemia di Covid e dell'invasione russa dell'Ucraina. Con questa affermazione il segretario al Tesoro americano Janet Yellen ha aperto i lavori del G20 delle Finanze in India. "In autunno - ha detto - molti erano preoccupati per un forte rallentamento economico in tutto il mondo. Le sfide che dobbiamo affrontare sono reali e il futuro è sempre incerto, ma le prospettive sono migliorate". Resta sullo sfondo le incertezze de nuovi aumenti dei tassi. Infatti, la Federal Reserve non abbandona la stretta monetaria - fermandosi a 25 punti base ma evidenziando il rischio di un'inflazione più persistente. La Bce si troverà in una situazione simile dopo il rialzo da mezzo punto del 16 marzo.
Per entrambe, la tentazione di alzare il tiro rimane sul tavolo del G20 e farà i conti con la cautela del Fmi, che intravede una luce in fondo al tunnel dell'inflazione. "Quasi tutti" i governatori della Fed, al meeting d'inizio mese, avevano votato per una frenata dei rialzi a 25 centesimi, dopo ben quattro strette consecutive da tre quarti di punto che hanno portato i tassi al 4,5/4,75%. Le minute di quel meeting promuovono il ritmo più cauto, anche se i rischi di un'inflazione più persistente restano "un fattore chiave" per le decisioni future. E così i mercati ora prezzano al 5,25% il picco che a maggio i tassi raggiungerebbero, contro il 5% del mese scorso. Anche la Bce fronteggia divisioni al suo interno fra una linea prudente, e la voglia di alzare il tiro dei falchi, galvanizzati dai dati economici più recenti - gli indici Pmi e Zew e l'Ifo tedesco - che puntano verso un'inattesa tenuta della crescita in quello che doveva essere l'inverno dello shock energetico.
Oggi ai 'prudenti' si è aggiunto il francese Francois Villeroy de Galhau: nel portare al 3,75% (dal precedente 3,5%) la previsione sul picco che il tasso sui depositi raggiungerà dall'attuale 2,5% - ha detto il governatore della Banca di Francia - i mercati "stanno un pò esagerando". Governatori e ministri delle Finanze continueranno a discuterne anche domani a Bangalore (con una prima sessione sulla guerra in Ucraina e gli aiuti a Kiev che i lavori sulla 'global economy'). Un'agenda affollata e che fa presagire molte limature al comunicato finale, fra indiscrezioni secondo cui New Delhi, neutrale su Mosca, preme per non citare nel comunicato finale del G20 la parola "guerra" né inasprire le sanzioni contro la Russia. Il Fmi si aspetta un 2023 di rallentamento della crescita globale al 2,9%.
"Ma potrebbe essere il punto di svolta", dice Georgieva: potrebbe partire la ripresa e "finalmente rallentare" l'inflazione che ha preso il volo con la pandemia. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti farà il punto sulle forze in gioco. Da una parte il mercato del lavoro solido in Usa e Ue e l'aspettativa che la crescita stia toccando il fondo, dall'altra enormi incertezze e rischio geopolitico.
Rodolfo Ricci