Francoforte vede più rosa. Infatti, la Banca centrale europea rivede al rialzo di 0,5 punti percentuali le stime sul Pil dell'Eurozona, che nel 2023 dovrebbe calare all'1% dal 3,6% del 2022. Migliorano considerevolmente per l’Eurotower anche le stime sull'inflazione, data nel nuovo bollettino economico al di sotto del 3% entro la fine del 2023, più bassa di un punto rispetto alle stime di dicembre grazie soprattutto ai prezzi in calo dell'energia. Ma per la Banca centrale i rischi per le prospettive di crescita sono orientati al ribasso, per la guerra e per le tensioni sui mercati che, se si protraessero, minerebbero la fiducia e inasprirebbero le condizioni creditizie.
Le proiezioni dagli esperti della Bce - formulate prima delle recenti tensioni sui mercati - prevedono che l'inflazione complessiva si manterrà elevata nel breve periodo, collocandosi, nella media annuale, al 5,3% nel 2023, per poi scendere al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. "Ci si attende che l'inflazione complessiva diminuisca considerevolmente nel corso del 2023", scrivono i tecnici, come conseguenza del calo dei prezzi dell'energia. Nello scenario di base delle proiezioni, l'inflazione diminuirebbe dal 10% nel quarto trimestre del 2022 al 2,8% nello stesso periodo del 2023, per poi attestarsi attorno al 3% nel 2024, per poi raggiungere l'obiettivo del 2% nel terzo trimestre. Per quanto riguarda la crescita, il Pil dovrebbe salire all'1,6% sia nel 2024 che nel 2025, sostenuto dal vigore del mercato del lavoro, dal miglioramento del clima di fiducia e dalla ripresa dei redditi reali.
Rispetto alle stime di dicembre, però, il rafforzamento della crescita nei prossimi due anni risulta inferiore sulla scia della politica monetaria più restrittiva. Secondo le nuove proiezioni macroeconomiche, inoltre, migliorano anche le prospettive per i conti pubblici, ma il disavanzo e il rapporto debito pubblico/Pil si mantengono ben al di sopra dei livelli precedenti la pandemia. "Il protrarsi di tensioni elevate nei mercati finanziari è uno dei rischi al ribasso per l'inflazione, che potrebbero accelerare la disinflazione, scrivono gli economisti della Banca centrale europea nel nuovo bollettino economico.
Secondo i tecnici, un indebolimento della domanda, "per effetto di un più marcato rallentamento del credito bancario o di una trasmissione della politica monetaria più intensa rispetto alle attese", contribuirebbe ad alleviare la pressione sui prezzi soprattutto nel medio periodo.In ogni caso, il presidente del consiglio di vigilanza della Bce, Andrea Enria, ha chiesto più trasparenza nel mercato "molto opaco, molto superficiale e molto illiquido" dei credit default swaps, o Cds, cioè quegli strumenti finanziari derivati che coprono l'investitore dal rischio di insolvenza della controparte debitrice. Secondo quanto riporta Bloomberg, parlando a una conferenza a Francoforte Enria ha spiegato che il trading opaco dei Cds sta danneggiando il prezzo delle azioni bancarie e può innescare una fuga dai depositi.
Rodolfo Ricci