Domenica 26 gennaio 2025, ore 8:15

Strasburgo 

Dazi Usa, pronta la strategia Ue: tariffe e intese anti-Trump 

Tariffe sui prodotti americani, intese a raffica con i Paesi terzi a cominciare da quelli messi nel mirino da Washington, forte spinta al Made in Europe. Dopo i giorni dello stupore i vertici Ue hanno cominciato a mettere sul tavolo una strategia di reazione al possibile attacco commerciale della nuova amministrazione americana. Da qui alle prossime settimane, dalle parti del Palazzo Berlaymont, sarà un pullulare di raccomandazioni, direttive, bussole strategiche. L'obiettivo è convincere Donald Trump che una 'pax commerciale' converrebbe a tutti. Poi, a fine marzo i 27 leader faranno il punto in un vertice in buona parte focalizzato su commercio e competitività. Ursula von der Leyen, dopo il palco di Davos, è tornata a parlare all'Europarlamento. Rispetto a qualche ora prima - nel frattempo Trump aveva articolato la sua minaccia commerciale - ha indurito il suo discorso facendo perno su "valori e principi" dai quali, in un negoziato con gli Usa, la Commissione non abdicherà. Ha ricordato il lavoro di "milioni di persone", su entrambi i lati dell'Atlantico, che dipende dal volume degli scambi tra i due continenti. "Ma oltre ai numeri c'è molto di più. Amicizie, legami familiari, storia e cultura comuni.

Questo è un aspetto che terremo sempre presente", ha rimarcato. A balzare all'orecchio, nel suo discorso, sono state però le 35 intese commerciali con Paesi terzi ricordate in Aula. "Solo negli ultimi due mesi abbiamo concluso partenariati con Mercosur, Messico e Svizzera e rilanciato i negoziati con la Malaysia", ha puntualizzato von der Leyen. Poco prima, il presidente del Consiglio Antonio Costa aveva a sua volta ricordato i prossimi summit internazionali dell'Ue con India, Sudafrica, Brasile, Giappone, Asia Centrale. "Con gli Usa vogliamo una cooperazione positiva e equa", ha ribadito l'ex premier portoghese in plenaria. Mentre, al World Economic Forum, il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis ha replicato in maniera ancor più netta a Washington: "Siamo pronti a rispondere in modo proporzionato se sarà necessario, come abbiamo fatto durante la prima amministrazione Trump".

Il cosiddetto affaire Airbus, che vide Ue e Usa a lungo allo scontro, raggiunse il suo apice proprio durante il primo mandato di Trump. Poi, con l'arrivo di Joe Biden, si aprì un nuovo capitolo dell'alleanza, che ha visto nel Consiglio Ue-Usa su Tecnologia e Commercio uno dei suoi cardini. Un format, quest'ultimo, che potrebbe tornare in discussione. Anche perché, sul fronte del tech, le cose non vanno meglio. Una fronda di leader e di partiti sta aumentando il pressing per confezionare una dura risposta all'attivismo di Elon Musk.

A Davos, lo spagnolo Pedro Sanchez ha parlato di "tecno-miliardari che vogliono rovesciare la democrazia" preannunciando che al prossimo vertice Ue proporrà una serie di norme contro la loro minaccia, tra cui una trasparenza sugli algoritmi e lo stop all'anonimato in rete. Bussola sulla Competitività, piano contro il caro prezzi dell'energia, Clean Industrial Deal, possibili maglie larghe agli aiuti di Stato per l'elettrico: sul tavolo della Commissione la roadmap per il rilancio dell'Ue sta prendendo forma e avrà la sponda della presidenza di turno polacca.

Al suo esordio in plenaria, Donald Tusk ha vestito i panni del duro, invitando gli europei a non sentirsi già sconfitti. Con Trump "l'era delle comodità è finita, ma l'Europa era, è e sarà grande. Siamo noi a decidere il nostro futuro, non gli Usa o la Cina", ha scandito Tusk attaccando l'estrema destra. E guadagnandosi a Strasburgo il soprannome di "Donald europeo".

Rodolfo Ricci

( 23 gennaio 2025 )

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