Un sospiro di sollievo da una parte. Una grande delusione dall’altra. Nelle Istituzioni europee il voto in Spagna divide. Buona parte della Commissione, a cominciare da Ursula von der Leyen, si gode una sorta di scampato pericolo. I suoi avversari, e in particolare quella parte di Partito popolare europeo che più ha seguito il suo presidente Manfred Weber, ne escono invece ammaccati. "Congratulazioni a Pedro Sanchez. Con il 31,70% dei voti, il Psoe ottiene la miglior percentuale dalle elezioni del 2008. Il messaggio è chiaro: la Spagna dice no all'estrema destra al governo. Ci sono più spagnoli che vogliono che la Spagna vada avanti ed è così che continuerà ad essere. Adelante!", scrive in un tweet il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo commentando i risultati del voto in Spagna.
"La democrazia - aggiunge la presidente Iratxe Garcia Perez - vince in Spagna! Sono orgogliosa di vedere gli spagnoli votare per fermare l'estrema destra, le loro bugie e il loro odio. La maggioranza vuole continuare ad avanzare sull'uguaglianza e sui diritti sociali, contro un'alleanza conservatrice arretrata. Buone notizie per l'Ue. Spero che il Ppe riceva il messaggio".
Ma,l’impressione è che, pur rimandando ogni esternazione ai dati nei prossimi giorni, in tanti sottotraccia prendono atto della conferma dell'onda blu del Partito popolare e della mancata ascesa dell'ultradestra di Vox. Aprendo nuovi interrogativi sull'asse speculare tra i Popolari e Conservatori sulla scena europea, ancora tutto da definire. Dopo i tweet, gli auspici e gli incitamenti bipartisan che negli ultimi giorni si sono rincorsi, tra i palazzi delle istituzioni Ue nessuno ritiene saggio commentare a caldo.
Dal quartier generale del Ppe a Rue du Commerce fonti vicine al leader Manfred Weber, grande sostenitore di Alberto Nunez Feijoo, si limitano ad una grande cautela e di volersi fare un'idea più concreta più avanti. Il mancato avanzamento di Vox, nei ragionamenti brussellesi, potrebbe avere l'effetto di mantenere il baricentro del centrodestra in equilibrio, frenando almeno per ora la spinta a costruire maggioranze sempre più a destra nel sistema 'dinamico' dei voti all'Eurocamera, alternative alla cosiddetta maggioranza Ursula (formata da Popolari, Liberali e Socialdemocratici).
Tutto però starà nella decisione a cui i Popolari spagnoli saranno chiamati nei prossimi giorni per la formazione della maggioranza di governo. Al di là dei singoli risultati di partito, l'eventuale asse con Vox potrebbe comunque rafforzare l'ipotesi di una destra unita in Europa - anche in vista dei voti cruciali in Polonia e Olanda in autunno - dalla quale passeranno le scelte della prossima legislatura, dai nomi dei prossimi vertici Ue all'agenda dei provvedimenti da adottare. Provvedimenti che, nel frattempo, è la Spagna a dover amministrare nelle vesti di presidente di turno dell'Ue. E forse non è un caso che l'unica a twittare, subito dopo gli exit poll, sia stata proprio la rappresentanza di Madrid in Ue: nessun commento sulle percentuali, soltanto l'agenda degli appuntamenti della prossima settimana.
Rodolfo Ricci