Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:02

Guerra 

Da Biden stop al petrolio e al commercio con Mosca 

Divieto delle importazioni di petrolio russo e stop ai normali rapporti commerciali. Joe Biden ha firmato i provvedimenti approvati quasi all'unanimità dal Congresso per aumentare la pressione e far pagare a Vladimir Putin un prezzo sempre più salato per l'aggressione all'Ucraina. La revoca a Mosca dello status di nazione più favorita fa scivolare la Russia nella stessa categoria degli Stati paria della Corea del Nord e di Cuba e apre la strada a possibili dazi pesanti americani sui prodotti russi e bielorussi, che rischiano ora tariffe anche fino al 50%. La misura è stata approvata dal Senato con 100 voti a favore e nessuno contrario al termine di settimane di trattative serrate sul linguaggio usato nel provvedimento per ampliare il Global Magnitsky Human Accountability Act.

"Poteva essere approvato prima. È importante però che alla fine siamo riusciti a trovare una strada per procedere", ha ammesso il leader della maggioranza in Senato, il democratico Chuck Schumer. "Nessun paese che sta commettendo crimini di guerra merita" di avere normali rapporti commerciali con gli Stati Uniti, ha aggiunto. Alla Camera il provvedimento è stato approvato con soli tre voti contrari, quelli di tre repubblicani. Il Congresso ha dato il via libera anche al divieto di import di energia dalla Russia, codificando in una legge l'ordine esecutivo emanato da Biden un mese fa e rendendo così molto più difficile per ogni futuro presidente tornare indietro e capovolgerlo. Pur trattandosi di una mossa simbolica, visto che le importazioni americane di energia russa sono molto limitate, per i legislatori americani la mossa è considerata strategica, quasi un test morale per infliggere un colpo a una delle vie principali di finanziamento del regime di Putin e della guerra in Ucraina.

Nel bloccare l'import di petrolio e gas gli Stati Uniti sono consapevoli di muoversi da soli: pur continuando lo stretto coordinamento con gli alleati europei sulle sanzioni, Biden è perfettamente a conoscenza che al momento l'Europa è troppo dipendente dall'energia russa per poterne chiudere i rubinetti. Nonostante questo, il presidente americano ha insistito per andare avanti e inviare a Putin un ennesimo messaggio: la Russia è e sarà sempre più un paria economico internazionale.

Dall’altra parte dell’Atlantico qualcosa si muove. Liberarsi, il più rapidamente possibile, dal gas Mosca. Smettere di finanziare indirettamente l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin e mettere in sicurezza le forniture, per non trovarsi spiazzati - e costretti a razionamenti - il prossimo inverno. Mario Draghi è volato ad Algeri con i ministri e l'ad dell'Eni Claudio Descalzi per chiudere il primo di una serie di accordi sull'energia che consentirà di sostituire fino a un terzo del metano russo. E proteggersi dal rischio "ricatti" sul gas, per dirla con le parole di Luigi Di Maio, che accompagnerà il premier nella sua visita al presidente algerino Abdelmadjid Tebboune.

Rodolfo Ricci

( 11 aprile 2022 )

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