Mercoledì 5 febbraio 2025, ore 5:02

Bruxelles 

Commissione Ue: da gennaio il dialogo strategico sull’automotive 

Finalmente il Dialogo strategico sul futuro dell'industria automobilistica in Europa sarà lanciato ufficialmente a gennaio. Lo ha annunciato, mentre era in corso il Consiglio europea, la Commissione di Bruxelles. L'obiettivo è proporre e attuare rapidamente le misure di cui il settore ha urgente bisogno. "L'industria automobilistica è un orgoglio europeo ed è fondamentale per la prosperità dell'Europa. Dobbiamo sostenere questa industria nella profonda e dirompente transizione che ci attende. E dobbiamo garantire che il futuro delle automobili resti saldamente radicato in Europa", ha affermato la presidente dell'esecutivo comunitario Ursula von der Leyen.

La convocazione del Dialogo strategico sull'industria automobilistica era stata annunciata dalla stessa von der Leyen il 27 novembre nel discorso al Parlamento europeo. L'industria automobilistica è un orgoglio europeo ed è fondamentale per la prosperità dell'Europa - ha precisato più nel dettaglio la presidente della Commissione. Guida l'innovazione, sostiene milioni di posti di lavoro ed è il più grande investitore privato in ricerca e sviluppo. Ogni settore ha esigenze uniche ed è nostra responsabilità adattare soluzioni che siano sia pulite che competitive." Dobbiamo sostenere questa industria nella profonda e dirompente transizione che ci attende. E dobbiamo garantire che il futuro delle automobili resti saldamente radicato in Europa. Ecco perché ho chiesto un dialogo strategico sul futuro dell'industria automobilistica europea. Inizieremo questo dialogo già a gennaio, per dare forma insieme al nostro futuro comune".

Il Dialogo strategico mira a progetterà strategie e soluzioni concrete per supportare la competitività globale della produzione automobilistica in Europa. Si concentrerà in particolare su: stimolare l'innovazione e la digitalizzazione basate sui dati, su tecnologie lungimiranti come l'intelligenza artificiale e la guida autonoma. Sostenere la decarbonizzazione del settore, in un approccio tecnologico aperto, dato il suo ruolo nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici dell'Europa. Affrontare questioni relative a posti di lavoro, competenze e altri elementi sociali del settore. Semplificare e modernizzare il quadro normativo. L'aumento della domanda, il rafforzamento delle risorse finanziarie del settore, della sua resilienza e della sua catena del valore in un contesto internazionale sempre più competitivo. Nel Dialogo strategico saranno riuniti i principali stakeholder dell'intero settore, tra cui aziende automobilistiche europee, fornitori di infrastrutture, sindacati e associazioni imprenditoriali, nonché parti della filiera automobilistica e altri stakeholder.

Il lancio ufficiale, sotto la guida personale di von der Leyen, sarà seguito da una serie di incontri tematici presieduti dai membri del Collegio dei commissari. Questi incontri produrranno una serie di raccomandazioni che aiuteranno a costruire una strategia olistica dell'Ue per il settore per gestire le varie sfide e, ove necessario, adattare di conseguenza il quadro normativo Ue applicabile. Gli incontri al vertice, guidati dal Presidente, verificheranno i progressi compiuti e forniranno gli impulsi politici necessari per ulteriori lavori. Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti nel processo e saranno regolarmente informati e consultati sul dialogo. Un progetto sulla carta ambizioso.

Su un fronte più macro, sono 10 i Paesi europei inviati a esami approfonditi. Infatti, l'Italia, assieme ad altri nove paesi dell'Ue, viene rinviata agli "esami approfonditi" europei per valutarne i rischi e la presenza o meno di squilibri macroeconomici. Responso scontato, all'avvio del ciclo annuale di coordinamento economico tra i 27 (il 'Semestre Europeo'), senza dimenticare però le ultime schiarite: l'estate scorsa alla consueta "in depth review" l'Italia era stata trovata "in squilibrio" macroeconomico, e 'promossa' dal precedente "squilibrio eccessivo".

Alchimie di Bruxelles. Sull'Italia, comunque, restano le preoccupazioni Ue per l'alto debito pubblico, atteso pure in aumento nei prossimi anni, anche con il calo del deficit, per effetto dello scarto tra entrate e uscite legato al differenziale tra interessi e crescita economica, a fronte comunque di una bassa produttività. Il settore finanziario resta vulnerabile, nonostante i recenti miglioramenti. "Nonostante i progressi significativi, la continua interconnessione tra governo e settore bancario rappresenta ancora un rischio di feedback loops" o circoli di retroazione, si afferma nel documento tecnico degli uffici della Commissione, usato per preparare l'Alert mechanism report.

Il tema è cronico dell'alta quota dei titoli di Stato in pancia alle banche, tant'è vero che di "rischio di feedback loops" si parlava anche nel documento dello scorso anno. Per la Commissione europea, comunque, la competitività dei costi italiana resta sotto controllo, grazie alla ripresa della quota di esportazioni. Il debito delle imprese, poi, è ai minimi da due decenni (58%), anche se restano alti i costi di finanziamento e aumentano i fallimenti.

Rodolfo Ricci

( 20 dicembre 2024 )

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