Giovedì 6 febbraio 2025, ore 15:13

Scenari

Come l’inaspettato governa le nostre vite. Ecco tutti i cigni neri del nuovo anno

La teoria del cigno nero è una metafora con la quale si indica un evento non previsto che ha effetti rilevanti sulla società, sull’economia e sulla finanza. Gli incredibili eventi del cigno nero che nel 2025 potrebbero stravolgerci la vita sono stati elencati da Politico magazine con le previsioni di 15 futurologi ed analisti di politica estera. Tra gli scenari potenzialmente esplosivi per il nuovo anno, “un’epidemia di malattia infettiva in una piccola comunità rurale che poi si espande a livello globale”; “Trump e Xi negozieranno e troveranno un compromesso”; “gravi interruzioni dovute ad attacchi informatici, sconvolgimenti geologici o fenomeni solari”; “gruppi di suprematisti bianchi e autoproclamatisi sovranisti americani si fanno strada nella mischia”; “torna l’era della distruzione reciproca assicurata”; in Israele si pensa ad un “movimento verso una soluzione a due stati” e si rialzano le quotazioni di “una sfida al governo di Putin”. Insomma, se il 2024 è stato spesso un anno frenetico, con i tentativi di assassinio di Donald Trump, la guerra in Medio Oriente e l’implosione della campagna presidenziale di Joe Biden, non c’è motivo di pensare che il 2025 sarà più calmo, con episodi imprevedibili e improbabili che non sono ancora sotto i riflettori ma che stravolgerebbero equilibri. Gli esperti parlano di ogni genere di catastrofe, dalla minaccia dell’intelligenza artificiale alle epidemie mortali, ma sollevano anche l’idea del progresso, anche in alcune sorprendenti zone calde globali. L’ultimo libro di Gary Marcus, Taming Silicon Valley, è stato uno dei libri consigliati dal New Yorker nel 2024. E’ proprio lui che racconta come nel 2025 si potrebbe facilmente assistere al più grande attacco informatico della storia, che distruggerebbe, almeno per un po’, una parte considerevole dell’infrastruttura mondiale. E pensiamo che la criminalità informatica è già più grande dell’intero traffico di droga globale. Mathew Burrows, consigliere dell’ufficio esecutivo di Stimson e in precedenza consigliere del National Intelligence Council, anticipa da parte sua un accordo segreto per impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari. La Russia del resto non vuole un Iran dotato di armi nucleari più di quanto non lo vogliano gli Stati Uniti. Una sera Putin potrebbe chiamare Trump su una linea privata e sicura, dicendogli che ha un accordo segreto per impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari. Putin avrebbe convinto l’Iran ad accettare una pausa di 5 anni su qualsiasi armamentario nucleare a patto che Trump dissuada Israele dall’attaccare. Ciò che Trump non sa è che Putin ha dovuto accettare di inviare a Teheran armi di difesa aerea avanzate, giusto in caso di un attacco israeliano. E forse anche queste tensioni spingerebbero a tendenze secessioniste previste da Amy Zalman, stratega e futurista, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di ceo della World Future Society e di presidente dell’integrazione delle informazioni presso l’Us National War College. Entro l’autunno, gruppi di suprematisti bianchi sfacciati e armati e vigilanti autoproclamatisi sovrani americani potrebbero farsi strada nella mischia. Di una “epidemia che raggiungerà presto proporzioni epidemiche” scrive invece il dott. Georges C. Benjamin, direttore esecutivo dell’American Public Health Association. Ne abbiamo già scritto, peraltro: un’epidemia di malattia infettiva con sintomi iniziali simili all’influenza con febbre, mal di testa, dolori muscolari e mal di gola seguirà più o meno l’iter del covid-19, con funzionari della sanità pubblica che possono fare ben poco e presunti social media che, nel frattempo, sarebbero pieni di disinformazione. E di nuovo chiusura di scuole e attività commerciali, un vaccino sperimentale il cui utilizzo richiederebbe un’autorizzazione all’uso di emergenza ed aziende farmaceutiche nervose in questo clima e riluttanti a produrre i farmaci senza una garanzia di protezione legale e supporto finanziario. L’economia subirebbe un impatto negativo poiché beni e servizi diventerebbero scarsi e le materie prime si accumulerebbero nei porti di ingresso mentre l’epidemia finirebbe per uccidere migliaia di persone. Jacob Soll, professore di filosofia, storia e contabilità presso la University of Southern California, fantastica sull’annuncio del Segretario della Difesa secondo cui nessun vaccino sarà obbligatorio per l’intero esercito, né per il Covid né per l’influenza né per qualsiasi altra cosa. Mentre l’influenza aviaria si diffonderà, i generali inizieranno ad avvertire che la forza di combattimento americana è indebolita dalla malattia e persino dalla morte, mentre Cina, India e Russia proseguiranno le loro campagne vaccinali di successo. Stavolta la Cina non conterà pipistrelli. Anzi. Ad alleviare le previsioni ci pensa Nancy Qian, professoressa James J. O'Connor presso la Kellogg School of Management e co-direttrice del Global Poverty Research Lab presso la Northwestern University, nonché fondatrice del China Econ Lab. Qian delinea un’alleanza tra Trump e Xi, dato che a differenza del Round 1 di Trump contro Xi, il Round 2 ha meno divisioni fondamentali e più opportunità di coinvolgimento. Trump e Xi, che hanno entrambi mostrato ammirazione personale per Vladimir Putin, potrebbero collaborare con quest’ultimo per definire un accordo di pace accettabile per i tre uomini forti ed il 2025 potrebbe essere l’anno in cui Trump e Xi scopriranno di avere molto più in comune di quanto sembri. Sul fronte mediorientale, John McLaughlin - già direttore ad interim e vicedirettore della Cia dal 2000 al 2004 e ora docente alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies - parte dall’Ucraina e spiega che se Vladimir Putin non avesse invaso e non si fosse impantanato, ora non sarebbe così intrecciato con la Corea del Nord; l’Iran non starebbe pianificando di costruire droni in Russia; e la partnership della Cina con la Russia potrebbe non essersi approfondita in modo così conseguente. E senza tutto ciò, non avremmo a che fare con il cosiddetto Asse dell’autocrazia. Ma se in qualche modo il 2025 producesse una soluzione negoziata della guerra in Ucraina, potremmo assistere ad effetti a catena difficili da prevedere in Corea del Nord, Iran e Cina. “Detto questo, penso che il Cigno Nero più sorprendente si verificherebbe in Medio Oriente e sarebbe un movimento verso una soluzione a due stati per risolvere il conflitto decennale tra israeliani e palestinesi. Chiedere una soluzione a due stati è l’opzione predefinita per i leader occidentali che si lamentano del conflitto, ma le probabilità contrarie, almeno per il prossimo anno, sono schiaccianti. Logicamente, richiederebbe un nuovo governo israeliano che spinga i politici di destra ai margini. Israele dovrebbe anche smantellare un numero considerevole di insediamenti in Cisgiordania, come l’ex Primo Ministro Ehud Barak si offrì di fare nei negoziati di Camp David del 2000, quando il Presidente Bill Clinton stava per raggiungere un accordo e quando il processo era meno avanzato. I palestinesi dovrebbero abbandonare l’attuale leadership e trovare un modo per riunirsi sotto una nuova leadership che possa rappresentarli nei negoziati. E dovrebbe esserci un accordo sulla ricostruzione e la governance per Gaza. Infine, avremmo bisogno di una grande spinta dai principali governi arabi, in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Questa concatenazione di eventi è così improbabile da farla salire in cima alla mia lista di candidati del cigno nero” conclude McLaughlin.
Raffaella Vitulano

( 14 gennaio 2025 )

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