Prima ha iniziato la Fed che ha alzato i tassi di interesse dello 0,25% spingendoli al livello più alto degli ultimi 22 anni. E ha lasciato la porta aperta a ulteriori ritocchi del costo del denaro. "Restiamo attenti ai rischi di inflazione", ha affermato la Fed al termine della due giorni di riunione annunciando il suo undicesimo rialzo dei tassi dal marzo del 2022, con il quale il costo del denaro sale in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%. La decisione era ampiamente attesa dal mercato e Wall Street procede cauta, concentrata più sulle trimestrali di Big Tech.
Come era facile prevedere anche la Bce ha deciso di alzare i tassi d'interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%, quello sui depositi al 3,75%, e quello sui prestiti marginali al 4,50%. "Gli sviluppi dall'ultima riunione supportano le aspettative che l'inflazione calerà ancora nel corso dell'anno, ma resterà sopra il target per un periodo esteso, e in particolare l'inflazione di fondo resta alta", si legge nel comunicato finale. I rialzi, spiega, continuano ad essere trasmessi con forza all'economia: le condizioni del credito si sono ulteriormente ristrette, e rallentano la domanda, "un fattore importante per riportare l'inflazione al target". Le decisioni continueranno a basarsi sulle prospettive dell'inflazione, sulle dinamiche dell'inflazione di fondo e sulla forza della trasmissione della politica monetaria.
"Le prospettive a breve termine dell'attività economica si sono deteriorate molto a causa della domanda più debole che pesa sulla manifattura, e anche gli investimenti mostrano segni di peggioramento". I servizi restano forti ma si sta perdendo slancio. L'economia resta debole a breve termine: questo il messaggio della presidente della Banca centrale europea, e, Christine Lagarde, al termine della riunione del Consiglio direttivo. Il mercato del lavoro resta robusto, con la disoccupazione ai minimi, ma alcuni indicatori mostrano che il trend può rallentare a causa del calo della manifattura, ha aggiunto.
"I fattori di rialzo dell'inflazione stanno cambiando. La pressione sui prezzi domestici, compreso il rialzo dei salari e i margini sui prodotti sta aumentando mentre diminuisce quella 'importata'", ha precisato Christine Lagarde nella conferenza stampa al termine della riunione del board. Inoltre, "le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi siano a livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario in modo da raggiungere il target di inflazione al 2%. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato dei tassi e la durata della restrizione monetaria".
E a settembre? "Abbiamo deciso il nono rialzo in un anno, lo abbiamo deciso all'unanimità e per il futuro i dati e la valutazione ci diranno se e quanto ancora abbiamo terreno da coprire. Siamo dipendenti dai dati e aperti alle decisioni di settembre e oltre, perché questi dati potrebbero variare da un meeting all'altro", ha tenuto a precisare la presidente della Bce, al termine della conferenza stampa.
Rodolfo Ricci