La presidente della Bce Christine Lagarde avverte che una guerra commerciale internazionale renderebbe incerte anche le prospettive sull'inflazione nell'Eurozona. Nel difficile contesto economico, spiega poi più in generale, l'istituto centrale europeo si sta preparando "al rischio di un futuro sempre più volatile". Dall'altra parte dell'Atlantico, intanto, oggi il presidente della Fed Jerome Powell sarà sentito al Congresso, con gli occhi dei mercati puntati sulle indicazioni che darà circa il possibile impatto di dazi sulla crescita Usa e le politiche monetarie della banca centrale americana.
"L'inflazione - ha spiegato Lagarde parlando agli eurodeputati riuniti in plenaria a Strasburgo - è destinata a tornare al nostro obiettivo di medio termine del 2% nel corso di quest'anno, con rischi sia al rialzo che al ribasso. Una maggiore frizione nel commercio globale renderebbe più incerte le prospettive di inflazione nell'area dell'euro". Il pensiero corre subito alla minaccia Usa di dazi del 25% per l'acciaio europeo, ma anche alla turbativa sui mercati internazionali con le nuove tariffe alla dogana già annunciate - e in qualche caso subito sospese - dalla presidenza americana sull'import di prodotti di Paesi terzi. Dopo "una serie di sfide senza precedenti negli ultimi anni", come il Covid o la guerra in Ucraina, ha spiegato Lagarde, "guardando al futuro, è probabile che la frequenza di questi shock rimanga elevata". "In un mondo guidato da dinamiche globali mutevoli e rapidi cambiamenti tecnologici, l'Europa deve trovare un delicato equilibrio tra il raggiungimento dell'autonomia strategica e la preservazione della sua apertura all'economia globale".
Quanto al prepararsi a un futuro più volatile, nell'istituto centrale di Francoforte "stiamo facendo il punto su un ambiente di inflazione e un contesto economico modificati. Ci stiamo anche concentrando sulle implicazioni per la politica monetaria, sulle nostre esperienze con il nostro kit di strumenti di politica in evoluzione, sulla nostra funzione di reazione e su come gestire meglio il rischio e l'incertezza nell'impostazione della politica e nelle comunicazioni". Come dire: le sfide che l'Europa deve affrontare sono immense, ma le soluzioni sono alla nostra portata. La nostra opportunità risiede in più Europa. Lagarde ha ricordato la crescita modesta dell'area dell'euro nel 2024, la produzione stagnante nel quarto trimestre e la contrazione della produzione manifatturiera, mentre l'attività dei servizi è in espansione, con una fiducia dei consumatori fragile e l'incertezza delle famiglie a spendere. "Tuttavia, le condizioni per una ripresa restano in atto - ha sottolineato - Un mercato del lavoro solido e redditi più alti dovrebbero rafforzare la fiducia dei consumatori e consentire alla spesa di aumentare. Un credito più accessibile dovrebbe stimolare consumi e investimenti nel tempo. Anche le esportazioni dovrebbero sostenere la ripresa man mano che aumenta la domanda globale, anche se ciò dipenderà dall'evoluzione delle politiche commerciali internazionali".
Ha inoltre sottolineato l'urgenza di lanciare l'euro digitale, sostenendo che un sistema di pagamento interno ridurrebbe la dipendenza dell'Europa da fornitori esterni e rafforzerebbe la sua resilienza finanziaria. "I pagamenti sono la spina dorsale della nostra economia e l'Europa non può permettersi di dipendere eccessivamente da fornitori esterni", ha dichiarato. La Banca centrale sta portando avanti il progetto di un euro digitale, che integrerebbe il contante fisico e garantirebbe a Bruxelles un sistema di pagamenti autonomo.
Rodolfo Ricci