Ormai sembra chiaro: niente sorpresa sotto l’albero di Natale, anzi un carbone amaro per la Befana, con la conferma dei tassi di interesse anche per l’anno che verrà. In uno scenario in cui "non è ancora il momento di abbassare la guardia contro l’inflazione", sia la Bce che la Fed hanno deciso, infatti, di lasciare i tassi invariati e rinviare eventuali ribassi al 2024. L’ottimismo dei giorni scorsi da parte degli addetti ai lavori è decisamente calato. Di conseguenza anche le condizioni per l’ottenimento di un mutuo rimangono invariate.
L’inflazione secondo la presidente dell’Eurotower, Christine Lagarde, continua a fare paura, specificando che "occorrono altri dati che indichino che anche le pressioni interne sui prezzi siano in calo e avremo molti dati soprattutto nella prima metà del 2024". "Tra l'aumento dei tassi, che, salvo sorprese, è terminato, e il taglio, che dovrebbe avvenire a un certo punto nel 2024, c'è un plateau. Voglio insistere su questa pazienza, su questo plateau, perché se tagliassimo i tassi troppo presto rischieremmo di ricadere nella malattia dell'inflazione", ha tenuto a precisare anche il governatore della Banca di Francia e membro del board della Bce, Francois Villeroy de Galhau a Radio France Inter secondo quanto riporta Bloomberg.
La Fed ha lasciato per la terza riunione consecutiva i tassi di interesse invariati ai massimi da 22 anni, segnalando che la sua aggressiva campagna di rialzi è ormai giunta al capolinea. E e ha aperto la porta a tre tagli dei tassi nel 2024, quando il costo del denaro è atteso scendere di 75 punti base a una media del 4,6%. Ulteriori sforbiciate sono previste anche nel 2025, con i tassi previsti al 3,6%. Wall Street plaude e avanza decisa: dopo un avvio debole i listini accelerano con la banca centrale americana che nota un rallentamento dell'inflazione e, quindi, della corsa al rialzo dei tassi. Pur mantenendosi elevati, i prezzi nell'ultimo anno sono frenati.
L'inflazione dovrebbe attestarsi al 2,8% quest'anno per poi calare al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e raggiungere il 2% nel 2026. Un calo progressivo accompagnato da un rallentamento dell'economia, con il pil che crescerà del 2,6% segnando poi un +1,4% nel 2024 e un +1,8% nel 2025. "Potremmo essere agli inizi di un atterraggio morbido", affermano diversi analisti commentando le ultime stime della Fed. Convinta che l'economia americana centrerà un atterraggio morbido è anche il segretario al Tesoro Janet Yellen. "L'inflazione continuerà a scendere" e potrebbe avvicinarsi al target del 2% verso la fine del 2024: "I rischi all'orizzonte ci sono sempre, ma quelli di una recessione ora non sono alti», osserva Yellen intravedendo un soft landing a portata di mano.
Nel notare il rallentamento dell'inflazione, la Fed non dichiara ancora vittoria contro la corsa dei prezzi: farlo "sarebbe prematuro", ha spiegato Jerome Powell ribadendo che la banca centrale è pronta a intervenire se emergeranno rischi che potrebbero impedire il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Rodolfo Ricci