"Adottiamo un approccio prudente, che fa propendere per un taglio dei tassi di 25 punti base": è questa l’ultima previsione del vicepresidente della Bce, Luis De Guindos, in un'intervista a un quotidiano austriaco a proposito della probabile riduzione dei tassi Bce a giugno. Quanto al percorso dei tassi nei mesi successivi, in cui gli economisti si attendono altre due o tre riduzioni del costo del denaro, de Guindos ha detto che c'è un enorme livello di incertezza e "non abbiamo preso alcuna decisione sul numero di tagli dei tassi o la loro portata". Ma cosa è successo perchè l’Eurotower torni ad una linea cosi’ prudente?
La verità è che l'indice che monitora l'andamento dei salari negoziati nell'area euro è salito, su base annua, del 4,7% nel primo trimestre, segnando un'accelerazione rispetto al 4,5% degli ultimi tre mesi del 2023. Il dato - che smentisce le stime degli economisti per una decelerazione o una stabilizzazione - indica un ritorno ai livelli record del terzo trimetre 2023, e non risponde alle aspettative di decelerazione che dovrebbero favorire il calo dell'inflazione, giustificando un allentamento della politica monetaria da parte di Francoforte. La situazione quindi è questa: la Bce ha annunciato ieri l’attesissimo rapporto relativo al trend dei salari nell’area euro nel primo trimestre del 2024, considerato dalla presidente Christine Lagarde condizione indispensabile per decidere se tagliare i tassi del blocco per la prima volta dal 2019, in occasione della prossima riunione del Consiglio direttivo, fissata al 6 giugno.
Il faro che illuminerà il sentiero della Bce di Christine Lagarde nello stabilire la direzione futura dei tassi si è finalmente acceso, e per ora si può dire che le indicazioni non piaceranno sicuramente alla presidente della Banca centrale europea. I tempi, di fatto, sono "eccezionali", con l’inflazione che non sembra avere voglia di rimanere dietro le quinte. Anche se per ora in decisa discesa. Certo non aiutano l’Eurotower le indicazioni che sono arrivate i dai salari. Il fatto che il ritmo di crescita abbia accelerato il passo dal 4,5% a cui era rallentato nell’ultimo trimestre del 2023, tornando al +4,7%, non erano attesi in questo periodo dalla Lagarde, tuttora ossessionata dall’inflazione, nonostante la maggiore flessibilità mostrata nell’aprire all’eventualità di tagliare i tassi il prossimo 6 giugno.
Maggiore flessibilità che è stata rimarcata di recente visto che, proprio nei giorni scorsi, parlando dall’Irlanda, la presidente dell’Eurotower ha indicato la presenza di "una forte probabilità di un taglio dei tassi imminente. Addirittura negli Usa L'inflazione sta scendendo più lentamente delle attese e vari componenti della Fed sono pronti ad alzare i tassi di interesse se necessario, considerato che molti sono "incerti" su quanto la politica monetaria sia veramente restrittiva.
Rodolfo Ricci