I tassi d'interesse della Bce hanno raggiunto un livello che, se mantenuto per un periodo sufficientemente lungo, contribuirà in maniera decisiva a riportare al più presto l'inflazione verso i nostro obiettivo. È questa la tesi della presidente Christine Lagarde in un'intervista a La Tribune della domenica aggiungendo in un post su X:"Vogliamo riportare l'inflazione al 2% e ci riusciremo". Peraltro, il mercato del lavoro e il cambiamento climatico "sono i due principali attuali e futuri driver secondo noi, che penso renderanno molto molto difficile tornare al 2%", cosa che potrebbe invece accadere "con una recessione che va oltre quello che attualmente prevediamo". Lo ha detto Robert Holzmann, intervenendo a un panel del Marrakesh Economic Festival.
"Spero che questo non accada ma non vedo al momento il meccanismo per evitare queste pressioni di prezzo e quindi le capacità di muovere rapidamente al 2%", ha detto Holzmann, dichiarandosi piuttosto cauto sull capacità dei modelli previsionali di intercettare questi cambiamenti strutturali. Le previsioni su un anno possono andare "bene ma su quello che succede in due o tre anni sono sempre piuttosto cauto".
Le future mosse dell’Eurotower si intrecciano con la trattativa sulla riforma del Patto di stabilità e crescita dell'Ue, che si snoda sull'asse tra Parigi e Berlino e qui si cerca una svolta. I ministri dell'Economia dei due Paesi Christian Lindner e Bruno Le Maire hanno avuto un lungo confronto sulla governance economica. Al momento la fumata bianca non c'è, ma i negoziati proseguono fitti - anche tra le altre cancellerie europee -, e la presidenza spagnola continua il lavoro incessante per arrivare a un accordo entro fine anno. E perché ciò avvenga serviranno passi avanti già al Consiglio Ecofin martedì prossimo a Lussemburgo.
"Per la Germania è fondamentale garantire finanze pubbliche solide in tutti gli Stati membri. Abbiamo quindi bisogno di un insieme di regole efficaci e chiare che portino a riduzioni sufficienti e tempestive del deficit e del rapporto debito/Pil e garantiscano parità di trattamento per tutti gli Stati membri", ha intanto avvertito da Berlino una portavoce. Lo stallo del negoziato resta sui paletti posti ai conti pubblici, se fissare o meno percentuali (e quali) di riduzione del debito nell'arco del piano a 4 anni (estendibile a 7) al centro del nuovo Patto.
La proposta della Commissione ha previsto che gli Stati concordino piano di spesa in base a una traiettoria tecnica fiscale. L'obiettivo è portare il debito in calo in maniera credibile e sostenibile nel medio e lungo periodo, saranno poi i Paesi a decidere cosa fare della propria spesa. Perché ciò possa avvenire però i Paesi più indebitati dovranno necessariamente fare un aggiustamento maggiore a piano. Per la Francia la proposta iniziale della Commissione si tradurrebbe in un aggiustamento gigante. L'Italia che in trattativa si è spesa molto per avere uno scomputo dal conteggio della spesa degli investimenti strategici come da Pnrr, avrebbe rimarcato nel negoziato che comunque l'aggiustamento dovrebbe essere credibile e politicamente implementabile.
Rodolfo Ricci