La crescita mondiale ha mostrato capacità di tenuta nel secondo trimestre del 2024 e si dovrebbe mantenere stabile nel terzo. Tuttavia, i dati più recenti indicano che il settore manifatturiero sta rallentando, mentre la politica monetaria rimane restrittiva. Tali segnali, unitamente alle elevate tensioni geopolitiche e alla volatilità nei mercati finanziari, suggeriscono che fattori avversi alla crescita potrebbero intensificarsi nel breve periodo. È questo il quadro dipinto dalla Bce nel bollettino economico mensile. Negli Stati Uniti l'attività economica è ancora robusta e l'inflazione continua a calare, mentre in Cina l'economia sta rallentando e nel secondo trimestre scende allo 0,7% dall'1,5% del primo. Invece, nella zona euro, cresciuta dello 0,2% tra aprile e giugno rispetto allo 0,3% dei tre mesi precedenti, l'economia va più lenta rispetto alle proiezioni macroeconomiche di giugno 2024. Responsabile è anche la domanda interna che ha subito una contrazione.
I dati più recenti segnalano per il terzo trimestre del 2024 un'espansione che prosegue, seppure a un ritmo lento. Nei risultati delle indagini presso le imprese è stato osservato un leggero indebolimento, esacerbato da un peggioramento del clima di fiducia nel mercato del lavoro. Tra i settori, i servizi continuano a trainare la ripresa, grazie al "significativo impulso" fornito dalle Olimpiadi di Parigi. Allo stesso tempo, però, il comparto industriale continua a mostrare segnali di debolezza, sia in termini di prodotto sia di ordinativi, in un contesto di elevata incertezza, spiega la Bce. In prospettiva, il Pil dovrebbe continuare a riprendersi, per effetto di un ulteriore aumento dei redditi, di un rafforzamento della domanda estera e del venire meno degli effetti frenanti della politica monetaria restrittiva. L'espansione del reddito disponibile dovrebbe sorreggere i consumi privati, che diventerebbero il tassello principale della crescita a partire dalla seconda metà del 2024.
La spesa delle famiglie dovrebbe essere inoltre supportata dal mercato del lavoro, che continua a mostrare capacità di tenuta, nonché da un graduale miglioramento del clima di fiducia e dall'incertezza che va scemando. Tutto questo si riflette nelle proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro che lo staff Bce ha aggiornato nella riunione di settembre, ritoccando il Pil che quest'anno si fermerà allo 0,8%, per poi salire all'1,3% nel 2025 e all'1,5% nel 2026.- Difficoltà a trovare personale da assumere, occupazione che resta elevata nonostante la stagnazione dell'attività economica, calo delle ore medie lavorate, aumento del lavoro a distanza e dell'uso dell'Intelligenza artificiale.
Sono alcune delle caratteristiche del mercato del lavoro nell'area dell'euro negli ultimi anni, emerse sempre dal Bollettino dell’Eurotower. La stragrande maggioranza degli intervistati concorda sul fatto che il reclutamento è diventato più difficile negli ultimi anni, con scarsità di lavoratori con le competenze richieste. Per più del 90% degli interpellati assumere i dipendenti necessari è diventato più difficile rispetto a cinque-dieci anni fa.
Di questi, il 90% concorda sul fatto che c'è una scarsità di candidati con le competenze richieste, dunque una carenza di manodopera qualificata. Una quota leggermente inferiore al 50% dichiara che vi è una generale scarsità di candidati, indipendentemente dalle competenze necessarie. Circa due terzi concordano sul fatto che i cambiamenti nelle competenze richieste hanno portato a un aumento delle difficoltà di assunzione, mentre quasi il 60% afferma che il livello dei salari ha reso più difficile attrarre dipendenti con le competenze necessarie.
Rodolfo Ricci