L'Europa si avvia verso una imminente recessione e crescono i rischi per la stabilità finanziaria, messa a dura prova dall'inflazione, dallo shock energetico e dalla stretta sul credito decisa dalla Banca centrale europea, che colpisce prima di tutto famiglie e imprese. Ma il percorso di rialzo dei tassi è quello giusto e non si può interrompere: ne è convinta la Bce e lo ribadisce il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che vede però margine per un percorso "meno aggressivo" di normalizzazione della politica monetaria. Nel rapporto sulla stabilità finanziaria di novembre, Francoforte mette in guardia dai nuovi rischi che compaiono all'orizzonte: la vulnerabilità di famiglie, imprese e governi più indebitati è in aumento nell'area euro e "se le prospettive peggiorano ulteriormente, un aumento della frequenza di default aziendali non può più essere escluso, specie per le imprese energivore", scrivono gli esperti. Non è un avvertimento per addolcire le prossime decisioni sui tassi d'interesse, bensì un richiamo ai governi, affinché assicurino aiuti mirati ai settori vulnerabili, e non più sostegni 'a pioggia' che possono interferire con l'obiettivo di riportare sotto controllo l'inflazione. "È difficile avere stabilità finanziaria senza stabilità dei prezzi.
E il rischio principale, per la stabilità finanziaria come per la crescita, è l'alta inflazione", ha detto il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. Le scelte di Francoforte, in particolare la rapidità con cui sta facendo risalire il costo del denaro, sono da mesi nel mirino di diversi governi, spaventati dal nuovo rallentamento dell'economia. Per Fabio Panetta, membro del board che ha partecipato all'esecutivo Abi, la recessione "è probabile fra l'ultimo trimestre di quest'anno e il primo dell'anno prossimo". È un momento "particolarmente difficile" per banche centrali, ricorda il governatore Visco, perché devono trovare "il giusto equilibrio" tra il rischio che l'inflazione resti elevata troppo a lungo e quello che il peggioramento dell'economia porti l'inflazione nel medio periodo ad un livello troppo basso.
Ma non c'è nessun dubbio che il "deciso intervento" sui tassi fosse necessario, perché va scongiurato il pericolo che "si avvii una spirale tra prezzi e salari" come quella registrata in Italia negli anni Settanta, e che portò ad una maggiore durata dell'inflazione "che amplificò gli effetti negativi sull'economia". In particolare - dicono a Francoforte - serve cautela perché famiglie e imprese rischiano di ritrovarsi schiacciate nella doppia morsa dei prezzi alti e dell'economia che rallenta. Anche per questo la Bce chiede ai governi di collaborare, con aiuti mirati ai settori più vulnerabili. Parole condivise dal presidente Abi Patuelli secondo cui "per evitare l'inflazione non bisogna finire in recessione, siamo fra Scilla e Cariddi e quindi grande attenzione", ha detto Patuelli. "Vi è ormai una consolidata abitudine a tassi d'interesse rasoterra", ha osservato Patuelli. Come dire: quelli che non hanno vissuto l'epoca della lira sono molti, non ricordano i tassi di allora.
Rodolfo Ricci