L'inflazione elevata, le strozzature all'offerta e l'incertezza "stanno gettando più di un'ombra sulle prospettive per la seconda metà del 2022 e oltre". È questo in estrema sintesi lo scenario descritto dalla Bce nel Bollettino economico, notando che "l'aggressione ingiustificata della Russia verso l'Ucraina rappresenta un persistente freno alla crescita e l'impatto dell'elevata inflazione sul potere d'acquisto, i perduranti vincoli dal lato dell'offerta e la maggiore incertezza esercitano un effetto frenante sull'economia". Le imprese - scrive la Bce - continuano a fronteggiare costi più elevati e interruzioni nelle catene di approvvigionamento, sebbene vi siano timidi segnali di un allentamento di alcune strozzature dal lato dell'offerta. Peraltro, negli ultimi giorni del periodo di riferimento (9-20 luglio, ndr) i differenziali di rendimento dei titoli di Stato dell'area dell'euro sono tornati su livelli più elevati, con l'evolversi della crisi politica in Italia. In una situazione di maggior volatilità, anche lo spread dell'Italia "è diminuito complessivamente di 8 punti base, ma la sua volatilità è aumentata verso la fine del periodo in esame, di riflesso alla crisi politica in atto nel Paese.
In pratica, la flessibilità nel reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del programma di acquisto per l'emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, Pepp) rimane "in ogni caso la prima linea di difesa al fine di contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione connessi alla pandemia". In questo modo, la Banca centrale europea descrive il Tpi, lo scudo anti-spread approvato a luglio, come "un ulteriore strumento a disposizione del Consiglio direttivo, attivabile per contrastare ingiustificate e disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l'area dell'euro". Come dire: è già partito lo scudo antispread della Bce.
E l'Italia ne è il maggiore beneficiario. A fine luglio gli acquisti di titoli italiani da parte della banca centrale ammontano a 9,8 miliardi di euro, quelli di bond spagnoli a 5,9 miliardi, quelli di titoli greci a 1,1 miliardi e di portoghesi a 0,5 miliardi di euro. Secondo i dati raccolti su base bimestrale elaborati dall'agenzia Bloomberg e riportati anche dal quotidiano La Stampa, per i Paesi del Nord Europa invece gli acquisti sono diminuiti: il bilancio è di 14,3 miliardi in meno per la Germania, 3,4 miliardi in meno per i Paesi Bassi e 1,2 miliardi in meno per la Francia. Numeri che riflettono lo schema studiato dall'Eurotower che ha suddiviso i Paesi dell'area euro in tre categorie: donatori, beneficiari e neutrali. Tra i donatori compaiono appunto Germania, Francia e Paesi Bassi, mentre i destinatari sono proprio Italia, Grecia, Spagna e Portogallo.
"Sembra che la Bce abbia già attivato la sua prima linea di difesa - ha spiegato a Bloomberg Christoph Rieger, responsabile dei tassi di Commerzbank - Questa è di gran lunga la più grande riduzione nel possesso di bond tedeschi da quando la Bce ha iniziato il quantitative easing, molto maggiore di quanto ci aspettassimo". Infine i tassi. "Nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo sarà opportuna un'ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse", scrive sempre nel Bollettino economico, spiegando che la decisione di alzare di mezzo punto a luglio, che ha anticipato l'uscita dai tassi negativi, "consente al Consiglio direttivo di passare a un approccio in cui le decisioni sui tassi vengono prese volta per volta" e sulla base dei dati economici.
Rodolfo Ricci