Qualcuno ha detto che è stato un Donald Trump show al Madison Square Garden. L'ex presidente si prende la rivincita sulla sua città, quella New York che lo ha tradito con incriminazioni e condanne. L'arena è piena e migliaia di sostenitori, giunti da tutta America, non sono riusciti ad entrare e hanno invaso la città. Una marea di cappellini rosso- Trump con la scritta Make America Great Again ha invaso la Quinta Strada. "Sono qui con un messaggio di speranza: con il vostro voto metterò fine all'inflazione, farò tornare il sogno americano", ha assicurato l'ex presidente, introdotto sul palco dall'ex First Lady Melania in una delle sue rare apparizioni in campagna elettorale.
"Siamo in testa in tutti gli Stati in bilico e fra nove giorni conquisteremo la Casa Bianca", ha aggiunto. Trump ha quindi lanciato un duro attacco a Kamala Harris: ha "distrutto il paese. I nostri nemici ridono di lei, vogliono che vinca". Sul palco di New York ha promesso il ritorno dell'Età d'oro e poi ha lanciato il grido che lo rese famoso nel reality "The Apprentice" e adattato alla sua avversaria: "Kamala, sei licenziata! Vattene via, via!".
Per Trump il comizio al Madison Square Garden di New York, casa dei Knicks e dei Rangers, è più di un semplice appuntamento elettorale: è un sogno realizzato, attendendo ci coronarne un altro, ovvero espugnare la città e lo stato e farli diventare repubblicani. "Dicono che è impossibile, ma io non ci credo". La possibilità di salire sul palco calcato in passato da star come Billy Joel e Elton John è stata per l'ex presidente, e il suo passato da showman televisivo, un'occasione da non perdere.
Nell'arena si è costruita parte della storia politica americana: Marylin Monroe vi cantò 'Happy Birthday, Mr President' a un 45enne John Fitzgerald Kennedy e Bill Clinton vi accettò la nomination democratica nel 1992. Davanti al suo pubblico Trump è a suo agio, evidentemente soddisfatto del successo della serata, che ha visto fra i protagonisti Elon Musk, lo speaker della Camera MIke Johnson, Robert F. Kennedy Jr, Hulk Hogan e i figli. "Il re di New York è tornato per riprendersi quello che ha costruito", ha detto Donald Trump Jr riferendosi al passato di costruttore di suo padre.
Nei progetti dei due candidati sull’economia ci sono differenze notevoli, ma forse proprio per la vicinanza nei sondaggi, emergono alcune somiglianze. Prima su tutte la guerra commerciale alla Cina e l’aumento significativo del deficit, un tema di cui né Kamala Harris né Donald Trump sembrano preoccuparsi. Tuttavia, per entrambi, la realizzazione della maggior parte delle promesse dipenderà dalla composizione del Congresso, ovvero se il partito del futuro presidente avrà o meno il controllo di Camera dei rappresentanti e Senato, che si rinnovano anch’essi il 5 novembre, totalmente la prima, in parte il secondo.
In ogni caso, il programma di Harris si può riassumere nella sua visione di promuovere una "Economia delle opportunità", volta a garantire una crescita economica inclusiva e accessibile a tutti gli americani. Quello di Trump si rifà ai suoi slogan più conosciuti Make America Great Again" e "Take America Back", concentrandosi sulla protezione del paese sia da nemici interni (come tasse e regolamentazioni eccessive) sia da minacce esterne, principalmente gli immigrati e la Cina, attraverso dazi elevati e politiche commerciali aggressive.I temi principali includono: tasse, dazi sulle importazioni, politica industriale, politiche anti-inflazione, regolamentazioni e ruolo delle agenzie federali, welfare e immigrazione.
Rodolfo Ricci