Occhiuto precisa; ”Il ddl Calderoli non è uno spacca Italia, ma la legge andava approfondita ulteriormente. Nel testo è previsto che le intese sulle materie Lep si possano fare solo dopo aver trovato le risorse per assicurare a tutti, sia a Crotone che a Vercelli, gli stessi diritti, ma queste risorse ancora non ci sono”.
Un altolà a cui hanno fatto coro i partiti del centrosinistra. Il Pd: invita Occhiuto a chiedere il referendum. Per Avs il ripensamento è tardivo. Dal M5s la linea è quella di ”raccogliere le firme per cercare di far saltare questa riforma che peggiorerà ulteriormente la situazione già degradata della sanità”.
Sul tema è intervenuto nelle ore scorse il leader della Cisl Sbarra: "Il quesito referendario non cambierà di una virgola il principio di autonomia differenziata sancito dalla riforma del titolo V della Costituzione voluta nel 2001 da Governo e maggioranza di centrosinistra”. Il Ddl Calderoli ”si può abrogare o no, ma i riferimenti dell'articolo 116 terzo comma rimarranno integri, in ogni caso. Allora - ha sostenuto Sbarra - il punto è attuare e migliorare quel dettato in modo che qualsiasi riforma risponda all'imperativo di unire il Paese e rafforzare la coesione”. Il segretario generale della Cisl sottolinea la necessità di ”definire in via preliminare e finanziare i Livelli essenziali delle prestazioni. Va costruito un fondo di perequazione nazionale per sostenere le Regioni in difficoltà. Vanno rilevati e finanziati adeguatamente i fabbisogni standard. E a livello locale bisognerà far precedere la sigla dei singoli accordi con le Regioni da un adeguato coinvolgimento del sindacato”.
Ieri intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il piano strategico che riguarda la Zona economica speciale. La Zes unica è un'area nella quale l'esercizio di attività economiche può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d'impresa. Comprende le otto regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna e supera il previgente modello decentrato delle otto Zes limitato alle aree retroportuali. ”Tale modello, eccessivamente parcellizzato e disomogeneo, non si è mostrato efficace per lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno. L'istituzione della Zes unica, frutto di un duro negoziato con la Commissione europea, costituisce quindi un cambio di passo fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno”, si legge in una sintesi messa a punto da Palazzo Chigi.
”Con la Zes unica il Sud competerà ad armi pari”, assicura la premier Meloni, che aggiunge: ”Si tratta di un modello di sviluppo diverso dalle logiche assistenzialistiche”.
Gli obiettivi del piano strategico Zes unica "sono quelli di invertire il paradigma che abbiamo conosciuto. Il Mezzogiorno ha delle grosse potenzialità". Lo afferma il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Sottolinea il Ministro Fitto: ”Abbiamo individuato 9 filiere da rafforzare; agroindustria, turismo, elettronica, automotive, made in Italy, chimica e farmaceutica, navale e cantieristica, aerospazio e ferroviario”.
Giampiero Guadagni