Una decisione ”grave e inaccettabile”, commenta il ministro per il Sud Provenzano. Dal Mise fanno sapere: il tavolo resta aperto.
Reagiscono i sindacati. Il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra e il segretario nazionale Fim Nobis sottolineano: ”Il governo e il premier Conte devono intervenire in tempi brevi per chiudere positivamente questa vertenza e dare futuro occupazionale ai dipendenti di Napoli e per rassicurare tutti i circa 5.000 dipendenti Whirlpool in Italia”. L'accordo del 25 ottobre 2018 firmato da parti sociali e governo prevedeva sul sito di Napoli investimenti per il triennio 2019-2021 di circa 17 milioni di euro tra prodotto, processo, ricerca e sviluppo, confermando l'intenzione di Whirlpool di mantenere una presenza di alta qualità a Napoli. L'accordo non è stato rispettato e la scelta dell'azienda resta, ancora oggi, ingiustificata”. Per Cisl e Fim ”questa vicenda mette in discussione l'affidabilità degli accordi che si firmano in sede ministeriale. Gli investimenti previsti dai Piani del 2015 e del 2018 in minima parte sono stati realizzati nei 7 stabilimenti italiani del gruppo Whirlpool. In questi anni sono usciti, con incentivi aziendali, circa 400 figure impiegatizie in aree strategiche come la Qualità, Ricerca e Sviluppo”.
Serve, secondo i sindacalisti, ”un totale cambio di rotta da parte della direzione alla luce anche delle notizie dei ritardi delle produzioni in Polonia e delle produzioni di lavatrici prodotte in Cina”.