L’avvio della trattativa “sembra andare in direzione dello smembramento della banca, una soluzione che riteniamo del tutto sbagliata”, sottolinea il segretario generale della Cisl Sbarra. Per questo, aggiunge, “chiediamo che prima di assumere qualunque decisione il Governo coinvolga i sindacati, convocando il tavolo che le categorie sollecitano da mesi . E’ necessario infatti trovare una soluzione condivisa che consenta a Mps di continuare a sostenere le famiglie, le imprese ed i territori di riferimento. Alle lavoratrici e ai lavoratori, che hanno già affrontato grandi sacrifici in questi anni e hanno permesso alla banca di mantenere viva la relazione con la clientela, va garantita piena tutela. Non possono essere i lavoratori a pagare gli errori e le gravi omissioni del mondo bancario e della finanza”. Questa vicenda, conclude Sbarra, dimostra ancora una volta la necessità, sempre sostenuta dalla Cisl, di “introdurre nella gestione delle banche e di tutte le grandi imprese pubbliche e private forme di partecipazione e di controllo dei lavoratori, che non possono più essere esclusi dalle grandi scelte e subire passivamente le loro conseguenze”.
Da parte sua il segretario della First Cisl Colombani osserva: ”Nella vicenda Mps è fondamentale tutelare le persone ed eliminare l’incertezza attorno all’operazione, sui cui sviluppi chiediamo di essere informati in modo tempestivo e puntuale. E’ anzitutto necessario predisporre tutte le condizioni per garantire incondizionata tutela a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, che con la loro abnegazione, la loro professionalità e i loro sacrifici retributivi hanno consentito alla banca di operare al fianco della clientela, delle imprese e dei territori in questi anni di crisi”. Spiega ancora Colombani: “Restiamo contrari alla soluzione dello spezzatino poiché riteniamo che solo l’integrità di Mps sia nell’interesse generale del Paese. Il destino di Mps, infatti, influenzerà profondamente gli equilibri del sistema bancario italiano, il cui ruolo è strategico nella fase di ripartenza che si apre con l’arrivo delle risorse del Recovery Fund e con l’attuazione del Pnrr”. Conclude Colombani: ”I presupposti concordati tra Mef e Unicredit sulla gestione del personale non devono lasciare spazio a speculazioni sull’occupazione delle persone. Ci batteremo perché a tutti venga garantita nella sostanza la volontarietà dell’uscita. In ogni caso non permetteremo che questa operazione sia usata per tagliare in modo indiscriminato i costi”.
Le notizie delle ultime ore stanno alimentando polemiche anche nel mondo politico, in vista delle elezioni suppletive in programma in autunno a Siena (per il Pd è candidato il segretario Enrico Letta).
Il processo per la cessione della quota di controllo in mano al Tesoro è in corso da mesi e ora Unicredit rompe gli indugi e annuncia che scenderà in campo precisando che l'eventuale operazione avverrà “attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio”.
La decisione potrebbe arrivare a settembre.
Giampiero Guadagni