Il tasso di disoccupazione è stabile al 6,8%, quello giovanile sale al 20,5% (+0,1 punti). Il numero di inattivi cresce (+0,3%, pari a +34mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-24enni e i maggiori di 50 anni, diminuisce tra i 25-34enni ed è stabile tra i 35-49enni. Il tasso di inattività sale al 33,1% (+0,1 punti). Rispetto a maggio 2023, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-11,3%, pari a -224mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,8%, pari a -102mila).
Sempre l’Istat fa sapere che nel primo trimestre 2024 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -8,8% (-11,6% nello stesso trimestre del 2023). L’Istat fa sapere che il saldo primario delle Ap (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un'incidenza sul Pil del -5,3% (-8,5% nel primo trimestre del 2023).
La pressione fiscale, nel primo trimestre dell'anno, è stata pari al 37,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E nonostante alcune battute di arresto nei trimestri precedenti, il potere d'acquisto delle famiglie prosegue il percorso di ripresa che, grazie al rallentamento della dinamica dei prezzi, era cominciato nel primo trimestre dello scorso anno. Prosegue inoltre la ripresa della propensione al risparmio delle famiglie, che aveva toccato il suo minimo storico nell'ultimo trimestre del 2022. In termini nominali, il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 3,5% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è cresciuta dello 0,5%. La propensione al risparmio delle famiglie è aumentata di 2,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 9,5%.
Intanto la Ue ha dato il via libera alla quinta rata del Pnrr, che vale 11 miliardi. Salgono così a 113,5 miliardi i pagamenti approvati. Ma alla fine di aprile su su 74 miliardi di fondi strutturali europei del periodo 2021-2027 sono stati spesi solo 621 milioni, lo 0,9% del totale. Lo scrive il Sole 24 Ore sulla base dell'ultima trasmissione trimestrale a Bruxelles dei dati delle autorità di gestione dei programmi. Nessun segnale di accelerazione rispetto a quanto indicato a fine dicembre nella Nadef, quando la spesa era pari a 535 milioni (0,7%). In aumento però gli impegni di spesa, ”passati in quattro mesi da 4,2 a 6,8 miliardi”, ma ancora sotto il 10% delle somme disponibili. Sarebbe inoltre ”in affanno” anche il Piano complementare finanziato a debito che affianca il Pnrr con pagamenti fermi a 3,1 miliardi nel 2023. In base alla relazione annuale della Corte dei Conti infatti, l'anno scorso gli stanziamenti per il Piano complementare si sono attestati a 5,4 miliardi, con una flessione dell'8,3% rispetto all'anno prima.
E giovedì nuova cabina di regia sul Pnr, stavolta dedicata al caporalato. Nel Pnrr sono stanziati 200 milioni per combattere il fenomeno tornato a galla dopo la morte di Satnam Singh.
Giampiero Guadagni