Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:51

Manovra 

Taglio tasse, così non va 

L’incontro di lunedì sera tra il ministro dell’Economia Franco e i sindacati sulla riforma fiscale non è stato positivo. La mobilitazione quindi prosegue e nei prossimi giorni Cgil, Cisl e Uil valuteranno tutto ciò che è necessario per far cambiare idea al Governo e alle forze di maggioranza. ”La mobilitazione dovrà servire a recuperare uno spazio politico finalizzato a giungere a soluzioni condivise”, sottolinea il segretario generale della Cisl Sbarra, che spiega: ”Il Ministro si è dimostrato indisponibile a raccogliere valutazioni, approfondimenti, anche di natura tecnica, finalizzati a modificare e cambiare l’impostazione che è emersa dal lavoro della cabina di regia. Che secondo noi è sbagliata e inadeguata perché non mette in priorità l'intervento di riduzione della tassazione fiscale a favore dei redditi medi, popolari bassi, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, su quella parte del Paese che ha sofferto pesantemente i contraccolpi della crisi economica e dell'emergenza sanitaria”. Considerando tale intervento ”il primo step della riforma fiscale, per la quale chiediamo un’accelerazione dei tempi di emanazione dei decreti delegati, previo ulteriore confronto con il sindacato”. Aggiunge Sbarra: ”Abbiamo chiesto un tavolo tecnico finalizzato a costruire soluzioni non incompatibili con quelle trovate nella cabina di regia, ma in grado di correggerne le distorsioni, spingendo più in basso i vantaggi dell’intervento di riduzione fiscale”.
Le iniziative nei luoghi di lavoro e nei territori proseguiranno nei prossimi giorni per discutere con lavoratori e pensionati sui contenuti delle proposte di Cgil Cisl e Uil, sullo stato del confronto col Governo e sulla necessità di esercitare una forte pressione sociale per cambiare l’impostazione della Legge di Bilancio.
Da parte sua il leader della Cgil Landini rimarca: ”Ci è stato presentato l'accordo di maggioranza come il perimetro entro il quale muoversi e quel perimetro per noi non va bene: va allargato, così non funziona". Dice Landini: ”Gli 8 miliardi devono andare tutti al lavoro dipendente e ai pensionati. Non è accettabile che dai 15 ai 30 mila euro di reddito il ritorno sul piano della tutela del salario sia del tutto insufficiente. Non ha senso che chi guadagna 100 mila euro di reddito all’anno abbia lo stesso vantaggio in termini economici di chi ne guadagna 20 o 25 mila. Credo che sia il contrario della progressività e che sia sbagliato come messaggio da dare oggi alle lavoratrici, ai lavoratori, ai pensionati e alle pensionate di questo Paese”. Sul fisco dunque il confronto si ferma. ”Non sono stati fissati altri incontri - precisa Landini - e questo non è un fatto positivo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il numero uno della Uil Bombardieri: ”Il Ministro Franco ci ha raccontato, senza un pezzo di carta e un documento, l'accordo fatto in Cabina di regia. Abbiamo riconfermato che quelle scelte per noi sono sbagliate, perché si riducono i finanziamenti sulla sanità attraverso la riduzione dell'Irap che finora pagavano le aziende. Continuiamo a pensare che le risorse disponibili debbano essere indirizzate a lavoratori e pensionati che hanno sofferto la pandemia e che scontano una situazione di disagio economico dovuto anche all'inflazione”. Nella proposta illustrata dal Governo ”ci sono fasce di contribuenti dai 60 mila ai 200 mila euro che avranno una riduzione dell'Irpef di 200 euro, la stessa di quelli dei lavoratori che hanno un reddito da 25 mila euro. Continuiamo a sostenere che con questo strumento si sono dimenticati i lavoratori precari, i giovani part-time, tutti coloro che durante la pandemia hanno permesso al Paese di camminare. Ci devono essere interventi strutturali per chi rischia di rimanere indietro”.
Giampiero Guadagni

( 30 novembre 2021 )

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