Il governo gialloverde sta mettendo a punto in queste ore le ultime bozze del decreto riguardante le due misure simbolo: reddito di cittadinanza e quota 100. I sindacati confermano la loro delusione e mantengono la promessa di scendere in piazza contro la manovra. A riparlare di “mobilitazione inevitabile” è la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. Ma anche la segretaria della Cgil Susanna Camusso e quello della Uil Carmelo Barbagallo non risparmiano critiche, tanto più che il Governo non ha discusso queste misure con i sindacati. “Il silenzio assordante del Governo non ci fa pensare a nulla di buono. Crescita, fisco, lavoro, Mezzogiorno: non possiamo più accettare silenzi. Serve lucidità" attacca Furlan. Mentre Camusso parla di incongruenze che “gridano vendetta”. Per la Uil il decreto che disciplina Quota 100 e il reddito di cittadinanza è pieno di incongruenze e lacune. Barbagallo evidenzia, in sintonia con Confindustria, che il reddito di cittadinanza “rischia di favorire chi lavora in nero” e di non creare lavoro se non quello di chi sarà assunto dagli uffici per l'impiego.
Sintetizza Furlan: “Il governo naviga a vista, il premier Conte è ancora in tempo per rivedere le priorità. Cambi linea, lo deve al Paese”. Il Paese, aggiunge la leader Cisl, “non può tornare indietro sulla crescita. E invece questo sta succedendo: siamo passati dalla crescita all'1,5 all'1%. Ma senza investimenti e con le grandi opere paralizzate quella percentuale andrà ancora rivista al ribasso”.
Anche sulla flat tax Furlan è molto critica: “Non c'è una parola su una riforma del fisco finalmente equa. Il tema vero è che il 90% del carico fiscale e' sul groppone dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Il governo si fermi e apra un confronto serio su questi temi”.