Oggi pomeriggio alle 18 i segretari generali di Cgil Cisl e Uil incontreranno il premier Draghi a Palazzo Chigi.
C’è tensione nella maggioranza soprattutto su come utilizzare i fondi. Anche perché Enrico Letta dice no al sistema delle Quote fortemente voluto dalla Lega e chiede di intervenire con un meccanismo flessibile, in particolare per lavori gravosi e donne.
L’Esecutivo ha respinto la proposta di Salvini di applicare Quota 102 per due anni, perché creerebbe uno scalone. Si sta lavorando su un meccanismo con età fissa di uscita a 64 anni fino al 2024 e contributi crescenti(38 anni nel 2022, 39 nel 2023, 40 nel 2024). L'idea potrebbe essere più gradita ai Dem ma non convincerebbe ancora i leghisti, che però dicono di voler trattare e lanciano le loro controproposte.
Osserva il leader della Cisl Sbarra: ”Sulle pensioni serve una riforma complessiva che assicuri equità e flessibilità, lasciando alle persone la scelta di quando andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi, a prescindere dall'età, ben sapendo che non tutti i lavori sono uguali e che, dunque, non possono esserlo neanche le regole pensionistiche”.
Quanto alle risorse ”quelle programmate sono insufficienti. È il momento di reinvestire parte dei risparmi accumulati dalla legge Fornero e quelle non utilizzate per Quota 100, in coerenza con i contenuti della nostra piattaforma”. Quota 100 ”non ha garantito il ricambio in favore dei più giovani, ha penalizzato le donne, i lavoratori privati con carriere discontinue, quelli delle piccole imprese ed il Mezzogiorno. È stata una finestra di flessibilità”.
Ancora da definire è poi il capitolo del taglio delle tasse, tanto spinoso che la decisione potrebbe essere rinviata all'iter parlamentare della manovra: Draghi e Franco vorrebbero destinare gli 8 miliardi disponibili a tagliare il cuneo per i lavoratori, ma centrodestra e imprese insistono per cancellare o almeno ridurre l'Irap.
Sul capitolo dei bonus si annuncia un'altra battaglia. Perché l'estensione al 2023 dell'incentivo al 110% non solo per i condomini ma anche per le villette, come chiedono tutti i partiti, avrebbe costi troppo elevati, secondo le stime del governo. Non è escluso che alla fine venga concessa una proroga di pochi mesi - da giugno a dicembre 2022 - anche per le abitazioni unifamiliari, ma le perplessità dell'esecutivo restano, visto che la misura nel lungo periodo è insostenibile e la ripresa dell'economia la rende meno essenziale a spingere il settore edile.
Su tutto questo sarà fondamentale il confronto con le parti sociali. Ricorda Sbarra: ”Quando le istituzioni coinvolgono le forze economiche e sociali organizzate, i risultati arrivano”.
Giampiero Guadagni