Intanto però il Governo non fa passi indietro, per meglio dire passi avanti sul blocco dei licenziamenti. Afferma il Ministro: ”Non ci sono novità. La decisione è stata assunta nello scorso decreto e si sta riflettendo su quale sia il modo migliore per mitigare gli effetti della crisi, ma trovo difficile rimettere in discussione, per la costituzione della maggioranza, una decisione già presa”. Per Orlando è più percorribile la possibilità di differenziare per settori e/o subordinare il licenziamento eventuale a una quota di cassa integrazione per affrontare eventuali ricadute negative relative allo sblocco dei licenziamenti”.
Ma Cgil Cisl e Uil insistono. E Sbarra ricorda. ”Senza il lavoro l’Italia non riparte. Bisogna dare risposte al milione di persone, soprattutto giovani e donne, che hanno perso il lavoro negli ultimi 14 mesi. Abbiamo totalizzato 5 miliardi di ore di cassa integrazione, persi unm ilione di occupati, sono andati in fumo 40 miliardi di massa salariale, con effetti devastanti sui consumi. È a queste persone che dobbiamo dare ascolto. E la risposta non può essere altri disoccupati dal 1 luglio. Non basta la proroga selettiva della cassa integrazione come propone il ministro del lavoro, Orlando. Noi chiediamo di prolungare la moratoria generalizzata dei licenziamenti almeno al 31 ottobre ed avviare intanto le riforme del sistema di protezione e promozione delle persone che lavorano o che cercano lavoro”. La chiave di volta, aggiunge il leader della Cisl, ”sta nella riforma delle politiche attive ben saldate ad ammortizzatori sociali universali, semplificati, mutualistici, di tipo assicurativo”.
Concorda sul punto Orlando: ”Sul fronte delle politiche attive del lavoro c'è molto da fare, abbiamo direttrici chiare negli interventi del Recovery. Dobbiamo lavorare sul potenziamento della rete dei centri per l’impiego, sul miglior incrocio tra domanda e offerta e su strumenti di carattere formativo adeguati”. In queste settimane gli incontri con le Regioni, per stimolare un’accelerazione in questo senso ”perché purtroppo le risorse per potenziare i centri per l’impiego sono stanziate da tre anni ma non tutte le hanno utilizzate. Questo è particolarmente grave in Regioni che scontano tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile, molto alti”. Orlando spiega infine che con il prossimo decreto Sostegni bis, sul fronte del lavoro ”stiamo provando a costruire un set di strumenti che consenta di affrontare un passaggio delicato, al di là della data, quando l’economia tornerà alla sua dinamica ordinaria”. Previsti una serie di strumenti: forme di decontribuzione per nuove assunzioni o rientri dalla cig, possibilmente quanto più mirati ai settori più colpiti dalla pandemia, contratti di espansione che consentano un avvicendamento generazionale, e contratti di solidarietà.
Giampiero Guadagni