Domenica 22 settembre 2024, ore 18:28

Economia 

Scelte coraggiose, insieme 

Forti, uniti e pronti al dialogo e a fare la propria parte, insieme ai sindacati, perché l’Italia è chiamata a nuove ”scelte coraggiose”. È questa la Confindustria delineata dal presidente Emanuele Orsini, alla sua prima assemblea annuale. Orsini ringrazia il Governo per tenere la barra dei conti pubblici dritta, ma lo incalza sulla manovra e sul Piano strutturale di bilancio: servono riforme e investimenti o si rischia lo stallo. Il taglio del cuneo fiscale deve essere reso strutturale, bisogna dare attenzione a giovani e donne e dare seguito agli investimenti sul Ponte dello Stretto. Sottolinea il numero uno di Viale dell’Astronomia: ”Ci sono alcuni temi chiave sui quali non ci devono essere né divisioni tra schieramenti politici, né' scontri demagogici”. Uno di questi tema riguarda gli infortuni sul lavoro: ”Noi e i sindacati dobbiamo fare in modo che la catena di lutti per le famiglie e per le aziende si fermi. Il nostro sistema ha proposto un nuovo patto per la sicurezza nei cantieri, un accordo condiviso preventivo degli incidenti”.
Commenta il segretario generale della Cisl Sbarra: ”I contenuti della relazione del presidente Orsini sono importanti e condivisibili”, a partire dalla ”disponibilità a costruire un grande patto tra sistema delle imprese e organizzazioni sindacali sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. Importante poi ”il passaggio sulla necessità di sostenere le dinamiche salariali, di crescita delle retribuzioni attraverso la contrattazione collettiva nazionale e decentrata”. E ancora ”il richiamo a puntare insieme ad alzare e recuperare produttività, condizione per far competere meglio le aziende, redistribuire quote di produttività e far così aumentare i salari e retribuzioni”. La disponibilità ad avviare subito un confronto per affrontare il tema della crescita e dello sviluppo ”va però sostenuta da un patto sociale tra Governo, imprese e sindacati”.
Sbarra ha anche apprezzato la volontà espressa dalla premier Meloni, nel suo intervento all'assemblea di Confindustria, a coltivare e favorire il dialogo sociale con i corpi intermedi. Ha detto Meloni: ”Non è lo Stato a creare ricchezza, ma le imprese e i loro lavoratori. Lo Stato deve fare la sua parte, creare l'ambiente più favorevole possibile”. Davanti alla platea degli industriali la presidente del Consiglio si è anche detta fiduciosa sulla crescita: ”Si può fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione Ue: il +1% del pil è a portata di mano soprattutto dopo i primi due trimestri”.
Nella manovra, ha ribadito, le poche risorse disponibili saranno concentrate sul sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro; e sul rafforzamento del potere d'acquisto delle famiglie, con particolare attenzione alle famiglie con figli, non per scelta etica ma per necessità economica; e sulla difesa della salute dei cittadini”.
Anche sul Green deal Meloni concorda con Orsini: l’approccio ideologico provoca risultati disastrosi, la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è una debacle. E ”come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita”.
La premier ha poi definito l’indicazione di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione europea ”un risultato che ci deve inorgoglire tutti, da portare a casa con il contributo di tutti, perché non è commissario di governo ma italiano e l'Italia deve fare quel che può per aiutarlo a ricoprire un incarico così importante”.
Ora per Meloni si pone la questione della sostituzione di Fitto all’interno dell’Esecutivo: se spacchettare le deleghe (Coesione, Pnrr e Affari europei), affidarle a diversi sottosegretari o nominare un nuovo Ministro. Le strade tutte aperte, e c’è tempo: per decidere quale imboccare: dopo la manovra o addirittura a inizio 2025.
D’altra parte il passaggio delle audizioni nelle commissioni e il voto della plenaria dell'Europarlamento non è da sottovalutare. Fitto già ha fatto la sua dichiarazione di europeismo, dicendo, nella unica breve dichiarazione, che si muoverà ”nel pieno rispetto dei Trattati e del loro spirito”.
Giampiero Guadagni

( 18 settembre 2024 )

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