Commenta il segretario generale della Cisl Sbarra: ”I contenuti della relazione del presidente Orsini sono importanti e condivisibili”, a partire dalla ”disponibilità a costruire un grande patto tra sistema delle imprese e organizzazioni sindacali sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. Importante poi ”il passaggio sulla necessità di sostenere le dinamiche salariali, di crescita delle retribuzioni attraverso la contrattazione collettiva nazionale e decentrata”. E ancora ”il richiamo a puntare insieme ad alzare e recuperare produttività, condizione per far competere meglio le aziende, redistribuire quote di produttività e far così aumentare i salari e retribuzioni”. La disponibilità ad avviare subito un confronto per affrontare il tema della crescita e dello sviluppo ”va però sostenuta da un patto sociale tra Governo, imprese e sindacati”.
Sbarra ha anche apprezzato la volontà espressa dalla premier Meloni, nel suo intervento all'assemblea di Confindustria, a coltivare e favorire il dialogo sociale con i corpi intermedi. Ha detto Meloni: ”Non è lo Stato a creare ricchezza, ma le imprese e i loro lavoratori. Lo Stato deve fare la sua parte, creare l'ambiente più favorevole possibile”. Davanti alla platea degli industriali la presidente del Consiglio si è anche detta fiduciosa sulla crescita: ”Si può fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione Ue: il +1% del pil è a portata di mano soprattutto dopo i primi due trimestri”.
Nella manovra, ha ribadito, le poche risorse disponibili saranno concentrate sul sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro; e sul rafforzamento del potere d'acquisto delle famiglie, con particolare attenzione alle famiglie con figli, non per scelta etica ma per necessità economica; e sulla difesa della salute dei cittadini”.
Anche sul Green deal Meloni concorda con Orsini: l’approccio ideologico provoca risultati disastrosi, la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è una debacle. E ”come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita”.
La premier ha poi definito l’indicazione di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione europea ”un risultato che ci deve inorgoglire tutti, da portare a casa con il contributo di tutti, perché non è commissario di governo ma italiano e l'Italia deve fare quel che può per aiutarlo a ricoprire un incarico così importante”.
Ora per Meloni si pone la questione della sostituzione di Fitto all’interno dell’Esecutivo: se spacchettare le deleghe (Coesione, Pnrr e Affari europei), affidarle a diversi sottosegretari o nominare un nuovo Ministro. Le strade tutte aperte, e c’è tempo: per decidere quale imboccare: dopo la manovra o addirittura a inizio 2025.
D’altra parte il passaggio delle audizioni nelle commissioni e il voto della plenaria dell'Europarlamento non è da sottovalutare. Fitto già ha fatto la sua dichiarazione di europeismo, dicendo, nella unica breve dichiarazione, che si muoverà ”nel pieno rispetto dei Trattati e del loro spirito”.
Giampiero Guadagni