Nella manovra, ribadisce il segretario generale della Cisl Sbarra intervistato su La7 a Coffee Break, ”ci sono molto misure positive, soprattutto quelle che recepiscono nostre proposte e rivendicazioni. Complessivamente è per due terzi concentrata per sostenere redditi da lavoro e pensione, famiglie, finanziare il rinnovo della contrattazione nel pubblico impiego e la detassazione dei contratti di secondo livello, bisogna valorizzare queste luci. E' innegabile che ci siano la proroga strutturale del cuneo che riguarda 14 milioni di lavoratori, l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef e il ripristino della della piena indicizzazione delle pensioni”. Secondo Sbarra ”ci sono poi cose che vanno migliorate. Non condividiamo il taglio strutturale degli organici della scuola, è sbagliato il rinnovo parziale del turn over negli enti locali, bisogna ripristinare il fondo dell'automotive, aumentare ancora di più le pensioni minime e il fondo per la non autosufficienza. Abbiamo ricevuto la disponibilità ad aprire confronti coi singoli ministeri per migliore queste cose oltre il perimetro della manovra”". Quanto al concordato bis ”tutto ciò che entra deve essere finalizzato a tagliare le tasse a quelle persone, lavoratori dipendenti e pensionati, che le tasse le pagano ogni anno fino all'ultimo centesimo. Ho chiesto al Governo che le entrate del concordato vanno finalizzate a ridurre il peso delle tasse al ceto medio - ha proseguito - per esempio riducendo la seconda aliquota Irpef, quella del 35%, e alzando lo scaglione sino a 60mila euro. Poi bisogna fare una riforma fiscale complessiva. Il vero tema è andare in profondità con un'azione forte di contrasto all'evasione ed elusione fiscale e contributiva”.
Rispetto alle diverse posizioni con Cgil e Uil, che hanno confermato lo sciopero del 29 novembre, il leader della Cisl sottolinea: ”L'unità sindacale è un grande valore, ma va fatta sui contenuti, sulle scelte, sulla capacità di incidere ai tavoli di confronto. Non si fa solo sulla protesta. Bisogna vivere questa transizione con relazioni innovative, apprezzando e valorizzando i risultati che portiamo a casa. Non si fa sui pregiudizi e sul furore ideologico. Il profilo sindacale che serve al Paese deve essere incentrato su principi di responsabilità e riformismo, con autonomia dalla politica”. In questo senso ”dobbiamo abbassare i toni e lavorare insieme attraverso il dialogo e il confronto. Questo Paese più che di rivolte ha necessità di coesione, unità, collaborazione, partecipazione e corresponsabilità”.
Il riferimento è all’espressione ”rivolta sociale” pronunciata e ribadita da Landini che spiega: ”Di fronte alle ingiustizie non ci si può girare dall'altra parte, ed è' il momento che ognuno di noi si ribelli per cambiare una situazione di ingiustizia sociale che non può andare avanti. Non ho mai accennato alla violenza, ma a strumenti democratici”.
Da parte sua Bombardieri sembra invece non chiudere del tutto al Governo: la possibilità che l’agitazione rientri ”dipende dalla possibilità di aprire una trattativa. Abbiamo fatto tre o quattro proposte che il premier ha definito interessanti. Vediamo un po’, voglio essere ottimista”.
Giampiero Guadagni