Ma è sulla sanità e sulle pensioni che si consuma lo scontro politico. Le risorse per i due capitoli, secondo le opposizioni, “sono una elemosina senza pudore”. Senza il fardello del Superbonus sarebbe stato possibile mettere in campo più soldi, la replica del Governo.
Quanto alla sanità, i fondi stanziati sono 1.302 milioni di euro per l'anno 2025, 5.078 milioni di euro per l'anno 2026, 5.780 milioni di euro per l'anno 2027. Per le Regioni che smaltiscono le liste di attesa vengono previsti dei premi, e arrivano gli aumenti alle indennità di medici e infermieri, e del trattamento economico degli specializzandi. Per questi ultimi è previsto un maggiore aumento economico per alcune specializzazioni meno ambite, a partire da Medicina d'urgenza e Anestesia. Una parte dei sindacati di categoria ha proclamato uno sciopero per il 20 novembre.
Ma per Ignazio Ganga, reggente della Cisl Medici, ”l’apertura del tavolo con l'intersindacale medica presso il ministero della Salute alla presenza del Ministro Schillaci per l'esame del testo della manovra ”è un segnale importante che riscontra le sensibilità espresse da tempo dalla Cisl medici di dar corpo a un confronto stabile e strutturato sulle politiche della salute nel Paese”. Aggiunge Ganga: ”Da una prima analisi del testo della manovra rileviamo alcune risposte in ordine alla necessità, più volte rilevata dalla nostra organizzazione, di incrementare le risorse del fondo sanitario nazionale considerato la disponibilità di poco meno di 2,4 miliardi per l'anno 2025 che auspichiamo possano essere implementate nel corso dell'iter parlamentare e che per la Cisl medici dovranno in gran parte essere orientate a sostegno delle retribuzioni”. Considerata la situazione dei conti pubblici del Paese particolarmente delicata ”la Cisl Medici ritiene, tuttavia, che gli incrementi del Fondo, dai 124 miliardi nel 2022 fino ai 140 miliardi previsti per il 2026 che rileva sul bilancio pluriennale un incremento superiore ai 5 miliardi, siano uno sforzo importante per recuperare il pesante disinvestimento in sanità del quindicennio precedente alla crisi pandemica. Resta per noi oggi il problema di come contrastare la fuga dei professionisti dal Sistema sanitario nazionale e in tal senso leggiamo positivamente l'obiettivo di rafforzare l'indennità di specificità da allargare a tutti i professionisti sanitari, come primo strumento di intervento ma anche l'esigenza di dare un'immediata risposta riducendo i tempi dei rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024”. Per la Cisl Medici ”occorre procedere tempestivamente con un piano straordinario di assunzioni e in tal senso occorre superare definitivamente i vincoli ai tetti per il reclutamento del personale così come riteniamo che vadano superati gli attuali limiti posti alla contrattazione di secondo livello”.
Capitolo pensioni. Fa discutere la rivalutazione delle pensioni minime che nel 2025 arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali, ovvero aumentando solo di tre euro. Un intervento che consente però di evitare il taglio previsto. Spiegano al Ministero: il trattamento minimo è a 598,61 euro ed è stato possibile arrivare a 614,77 grazie a un aumento transitorio del 2,7% che scadeva a fine 2024. Per evitare una riduzione della pensione nel 2025 è stato deciso un incremento del 2,2%. In pratica quindi la pensione minima avrà l'aumento legato all'inflazione (l'1%) per arrivare a 604,6 euro e poi un ulteriore aumento del 2,2% per arrivare a 617,9.
Vengono poi prorogate per il 2025 le misure di flessibilità in uscita Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Mentre le lavoratrici con 4 o più figli potranno accedere alla pensione di vecchiaia con un anticipo di 16 mesi. Il governo però punta a convincere i lavoratori a restare, rafforzando il bonus Maroni: chi ha i requisiti per andare in pensione con Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) potrà avere in busta paga i contributi a carico del lavoratore, ovvero il 9,19% della retribuzione. I
Intanto l’Inps fa sapere: i pensionati che nel 2023 hanno avuto un reddito da pensione complessivo inferiore a 1.000 euro al mese sono stati 4.786.521, pari al 29,5% del totale. Tra i beneficiari sono 1.699.780 quelli che hanno un assegno complessivo inferiore a 500 euro. Le donne con pensioni inferiori a 1.000 euro al mese sono oltre tre milioni (il 36,3% del totale) e tra queste quasi un milione (959.98) possono contare su prestazioni da pensione per meno di 500 euro al mese (l'11,5% del totale). Le prestazioni del sistema pensionistico italiano vigenti a fine 2023 sono 22.919.888, per un ammontare complessivo annuo di 347.032 miliardi, in aumento del 7,7% rispetto al 2022.
Giampiero Guadagni