Venerdì 22 novembre 2024, ore 5:41

Economia 

Salari e retribuzioni crescono con la cultura partecipativa 

L'assemblea del Cnel ha approvato giovedì il documento proposto dalla Commissione d’Informazione sul salario minimo orario. Il testo non propone l'introduzione di un salario minimo orario ma il rafforzamento della contrattazione nazionale collettiva. Il documento è passato con 39 voti a favore, 15 contrari e 8 astenuti. A votare contro Cgil, Uil e Usb. No anche dai 5 consiglieri di nomina presidenziale.
Il documento, costituito da una prima parte di inquadramento e analisi e una seconda parte con conclusioni e proposte, arriva quindi in dirittura d'arrivo entro i 60 giorni indicati da Palazzo Chigi: le proposte sul salario minimo erano infatti state chieste al Cnel dalla premier Meloni lo scorso 11 agosto.
Sottolinea il presidente del Cnel Brunetta, in conferenza stampa: ”Sono d'accordo con Landini, la via maestra è la Costituzione. Ed è previsto dalla Costituzione che il Cnel può essere di consulenza al Governo e al Parlamento. Nel Cnel ci sono le parti sociali, il terzo settore”, Aggiunge Brunetta: ”Sono certo che, una volta affievolita la contesa politica, che vede una estrema e ingiustificata polarizzazione tra chi è a favore e è chi contro il salario minimo, sarà possibile apprezzare il documento approvato a larga maggioranza”, Secondo Brunetta il documento ”individua una cassetta degli attrezzi per gestire, in modo articolato e mirato le diverse criticità del lavoro povero e dei salari minimi adeguati per tutti i lavoratori (non solo i dipendenti e non solo i livelli più bassi delle scale di classificazione contrattuale), che non possono certo essere risolti attraverso soluzioni semplicistiche che non sanno poi fare i conti con la realtà e con i bisogni delle persone in carne e ossa”.
Partendo dalle indicazioni della direttiva europea, il documento del Cnel sottolinea come il tasso di copertura della contrattazione collettiva in Italia si avvicini al 100%, una percentuale "di gran lunga superiore al parametro Ue dell'80%, ed evidenzia come i contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil coprono oltre 13,3 milioni di lavoratori dipendenti del settore privato, il 96,5% contro lo 0,4% dei cosiddetti contratti pirata che coprono poco più di 54 mila dipendenti. Per questo la proposta del Cnel sostiene "l'urgenza e l'utilità di un piano di azione nazionale" a sostegno della contrattazione. Analisi letta come un orientamento a privilegiare la strada del rafforzamento della contrattazione, sostenuta anche dal governo, e a mettere da parte quella del salario minimo legale. Su questo forte è il no della Cgil e delle forze politiche di opposizione, M5s e Pd in testa, che rilanciano la proposta di legge per un salario minimo a 9 euro lordi l'ora. Per Pd e M5S il Cnel ”è diviso e divisivo”.
La maggioranza sembra ora orientata ad avanzare il 18 Ottobre in Aula la richiesta di un rinvio in commissione alla Camera per approfondire il documento del Cnel. La richiesta sarebbe avanzata perché la maggioranza si riserverebbe l'opportunità di presentare delle proposte in merito.
L'Assemblea del Cnel ha respinto gli emendamenti presentati dai 5 esperti di nomina del presidente della Repubblica che chiedevano la sperimentazione di un salario minimo orario per le categorie fragili, donne giovani e immigrati, da affiancare alla proposta elaborata dalla Commissione d'informazione per rendere la contrattazione collettiva più forte rispetto all'inserimento tout court di una retribuzione minima oraria per legge.
La proposta emendativa era stata firmata da i consiglieri esperti Marcella Mallen, Enrica Morlicchio, Ivana Pais, Alessandro Rosina e Valeria Termini. Approvato invece un emendamento del consigliere esperto Carlo Altomonte per il quale il Cnel potrebbe realizzare uno ''specifico, puntuale e sistematico monitoraggio'' relativamente alle aree di maggiore criticità ed in relazione ai gruppi marginali e fragili di lavoratori.
Venerdì nei luoghi di lavoro e sabato in tantissime piazza italiane la Cisl organizza in tutta Italia la “Festa della Partecipazione”, un grande evento collettivo che coinvolgerà i livelli confederali, le federazioni locali e regionali nei luoghi di lavoro e nelle piazze di tutte le principali città italiane. Due giornate di confronto e di dibattiti ed una ulteriore occasione per firmare la proposta di legge di iniziativa popolare, “La Partecipazione al lavoro”, che si pone l’obiettivo di portare i lavoratori nei consigli di sorveglianza e nei Cda delle aziende e di favorire la loro compartecipazione agli utili d’impresa. Per il segretario generale Sbarra questa è ”la vera riforma istituzionale che serve al Paese per alzare i salari, far contare di più i lavoratori sulle decisioni, redistribuire equamente la ricchezza”.
Venerdì il segretario generale Luigi Sbarra interverrà alla Assemblea dei lavoratori di Poste Italiane al CMP di Fiumicino. Sabato parteciperà all’iniziativa pubblica a Ferentino in provincia di Frosinone.
La campagna della Cisl ha già visto l’adesione di moltissimi lavoratori, pensionati e cittadini. La due giorni sarà anche occasione per presentare le prime adesioni al Manifesto Cisl “Insieme per la Partecipazione”, documento che già conta oltre 40 sottoscrizioni di autorevoli personalità del mondo universitario, culturale e scientifico e indica la via di un modello di sviluppo incentrato sul protagonismo dei lavoratori alla vita d’impresa.
Sottolinea il numero uno di Via Po: ”Con la partecipazione e la responsabilizzazione dei lavoratori nei luoghi di lavoro potremmo risolvere le tante sfide che il Paese ha davanti: aumentare i salari e le retribuzioni, imprimere un'accentuazione su qualità e stabilità del lavoro, investire su salute e sicurezza, frenare delocalizzazione e atti di pirateria industriale". Per Sbarra ”è importante a 75 anni dalla Carta costituzionale dare una forte spinta al percorso di attuazione dell'articolo 46, che definisce il diritto di lavoratori e lavoratrici a collaborare alla gestione, agli indirizzi e alla ripartizione degli utili delle proprie aziende”. L'obiettivo, aggiunge Sbarra, è ”sfidare il Governo a una norma legislativa che incoraggi la cultura partecipativa di una maggiore responsabilizzazione delle persone nei luoghi di lavoro.
Lo scorso primo giugno la Cisl ha aperto un’articolata campagna nazionale di raccolte firme. Con questa proposta di legge di iniziativa popolare si intende per la prima volta nella storia legislativa italiana definire e promuovere iniziative contrattuali nazionali e di secondo livello per la partecipazione gestionale, economica, organizzativa e consultiva dei lavoratori. La prima tipologia, quella gestionale, concerne la presenza dei dipendenti o di professionisti da loro indicati nei consigli di amministrazione o di sorveglianza; la seconda (economico-finanziaria) regola la compartecipazione ai profitti e ai risultati dell'impresa, compreso l'azionariato; la terza (organizzativa) interessa le modalità di coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni relative ai miglioramenti organizzativi, di processo e di prodotto; l'ultima (quella consultiva) avviene attraverso il necessario confronto, a monte, con il sindacato sulle decisioni più rilevanti per il futuro dell'azienda.
Giampiero Guadagni

( 12 ottobre 2023 )

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