Riparte dunque il confronto sulle pensioni dopo alcuni mesi di stop. Ed è una corsa contro il tempo, visto che a fine anno scade la cosiddetta Quota 103, quella introdotta dal governo Draghi; e per mancanza di risorse si rischia di tornare alla controversa riforma Fornero dell’allora governo Monti. A fine 2023 scade anche Opzione donna, grazie alla quale alcune categorie di lavoratrici hanno la facoltà di ritirarsi con 60 anni di età e almeno 35 anni di contributi.
Sottolinea il numero uno della Cisl Sbarra: ”Aver riallacciato il dialogo con il Governo sulla riforma del sistema pensionistico è un fatto estremamente positivo Era quello che ci proponevamo con la nostra mobilitazione: ora si tratta di stare agganciati al tavolo per negoziare e conquistare avanzamenti strutturali. Riteniamo molto importante in questo senso la volontà espressa dalla ministra Calderone di superare in modo definitivo le rigidità della legge Fornero”. Aggiunge Sbarra: ”Le nostre priorità sono sul tavolo: pensioni di garanzia per giovani incastrati in percorsi lavorativi frammentati, incentivi e sconti contributivi alle lavoratrici, in particolare alle lavoratrici madri, ripristino precedenti requisiti per Opzione donna, maggiore flessibilità in uscita, estensione della platea dei lavori gravosi e usuranti e Ape Sociale strutturale, maggior sostegno alla previdenza complementare. Per le pensioni in essere necessario l'allargamento delle 14me mensilità, la piena perequazione degli assegni all'inflazione e la detassazione delle 13me”. Fondamentale sarà ”accelerare e coinvolgere le parti sociali nei lavori dell'Osservatorio chiamato a distinguere la spesa assistenziale da quella previdenziale, a dimostrare la piena sostenibilità del sistema pensionistico italiano. Va inoltre dichiarata una guerra senza quartiere all'evasione contributiva delle aziende, che sottrae dal futuro dei lavoratori e dalle casse dell'Inps quasi 15 miliardi l'anno: fronte su cui chiediamo la partecipazione e il coinvolgimento attivo dell'intera rappresentanza delle imprese”.
La pensa diversamente il segretario generale della Cgil Landini, che parla di ”un incontro totalmente inutile: ci hanno ridetto le stesse cose di gennaio e alla domanda quante risorse avete per fare una trattativa vera non ci hanno risposto, dicendo che bisogna vedere quale sarà la legge di bilancio”.
Per il leader della Uil Bombardieri si è trattato d ”un incontro interlocutorio dal quale usciranno altri tavoli politici e tecnici. Il Governo non ha dato risposte nemmeno su Opzione Donna”.
Di certo quello della previdenza è un cantiere che difficilmente si riuscirà a chiudere prima della fine del 2023. Scaduta Quota 103, con la legge Fornero si tornerebbe ad andare in pensione con 67 anni e almeno 20 di contributi, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall'età. Non facile trovare una via di uscita, tanto che una delle ipotesi potrebbe essere quella della riconferma almeno per un anno di Quota 103, più sostenibile da un punto di vista delle risorse.
Intanto a luglio arriveranno gli aumenti delle pensioni minime previsti dalla legge di bilancio: chi ha un assegno inferiore a 563,74 euro - chiarisce l'Inps - con la mensilità di luglio beneficerà di un incremento dell'1,5% se ha meno di 75 anni e del 6,4% se ha più di 75 anni. In pratica, si riceveranno fino a 8,46 euro in più al mese nel primo caso e fino a 36,08 euro in più nel secondo. Con la mensilità di luglio si riceveranno anche gli arretrati per i mesi precedenti del 2023.
Giampiero Guadagni