Confermato il meccanismo del ”decalage” dell’assegno del reddito di cittadinanza per chi rifiuta la prima offerta di lavoro. È quanto emerso dal vertice di martedì mattina a Palazzo Chigi tra il premier Draghi ed i ministri del Lavoro Orlando, dell'Agricoltura Patuanelli e della Pa Brunetta.
Intanto il Comitato scientifico guidato dalla sociologa Chiara Saraceno ha presentato nuove proposte sul reddito di cittadinanza in vista della sessione di bilancio che potrebbe incorporarle. Proposte, ha sottolineato Orlando, che saranno sottoposte al confronto con le forze politiche.
Dunque, perché una proposta di lavoro sia congrua e quindi non rifiutabile dal punto di vista temporale basterà che il contratto superi un mese e non più tre mesi ”per incoraggiare persone spesso molto distanti dal mercato del lavoro ad iniziare ad entrarvi e fare esperienza”. Viene ricordato che i settori in cui potrebbero trovare un’occupazione i beneficiari del Rdc - edilizia, turismo, ristorazione, logistica - sono spesso caratterizzati da una forte stagionalità.
Nella considerazione dell’entità minima della retribuzione accettabile - si legge nella proposta - bisognerà rimodularla in base all'orario di lavoro per tenere conto anche di occupazioni part time- Per quanto riguarda l'orario di lavoro ritenuto congruo, invece di riferirsi a rapporti di lavoro a tempo pieno o con orario di lavoro non inferiore all’80% di quello dell'ultimo contratto di lavoro, stante che in molti casi questo riferimento non è possibile, fare riferimento a rapporti con orario di lavoro non inferiore al 60% dell'orario a tempo pieno previsto nei contratti collettivi.
Il Comitato propone poi di eliminare le ”severe disposizioni che, ai fini della congruità dell'offerta lavorativa, fissano, dopo la prima offerta, il distanziamento del luogo di lavoro entro 250 chilometri dal luogo di residenza, ovvero su tutto il territorio nazionale, disposizioni palesemente assurde e inutilmente punitive per lavori spesso a tempo parziale e con compensi modesti”.
Viene anche proposto di abolire l'obbligo di spendere l’intero contributo economico del Reddito di cittadinanza entro il mese successivo alla sua erogazione, per non incorrere in decurtazioni. Cosa che ”impedisce alle famiglie di risparmiare, anche a scopo precauzionale, in vista di spese future. Ciò è in contrasto con ogni principio di saggia gestione del proprio bilancio. I vincoli all'utilizzo della carta, inoltre, non solo limitano di fatto la libertà delle persone, ledendo il loro status di cittadini adulti e responsabili. Suggerisce anche una visione dei beneficiari come potenzialmente incapaci o irresponsabili solo perché poveri”.
Dal vertice di ieri a Palazzo Chigi sulla manovra altri elementi importanti.
Vengono rivisti i requisiti di età per l'anticipo pensionistico con Opzione donna. La norma della manovra viene modificata rispetto all’ipotesi iniziale e il criterio di età per accedere alla misura abbassato, come aveva già anticipato Orlando. Nella ipotesi iniziale l'età per Opzione donna si alzava a 60 anni e invece dovrebbero essere confermati i parametri attuali di pensionamento anticipato con 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome.
Il ministro Orlando sottolinea: ”Non c’è ancora una data di convocazione per un tavolo con i sindacati, ma ci sarà: il ragionamento è che tornare al contributivo non significa necessariamente tornare alla legge Fornero così com’era. Lo sforzo che si può fare è mantenere l’impianto contributivo e costruire elementi di flessibilità che consentano anche di evitare alcune rigidità che nella Fornero sono presenti”.
C'è ancora qualche capitolo da chiudere ma molto probabilmente uno dei più attesi, cioè la proroga del Superbonus al 110% per le villette, senza limiti alla platea, sarà rinviata alla discussione parlamentare. Il pressing trasversale dei partiti proseguirà quindi anche nei prossimi giorni, ma - coperture permettendo - saranno loro a dover chiudere la partita negli emendamenti.
Mentre il Governo si dice pronto ad intervenire sulle concessioni balneari non appena sul tema si sarà pronunciato il Consiglio di Stato, presumibilmente ai primi di dicembre, sembra invece chiuso, ancora prima di approdare alle Camere, il rinnovo delle due misure, molto popolari, collegate ai bonus edilizi.
Si discuterà lunedì 22 novembre una mozione del Pd sulla misura del superbonus al 110% contenuta nella legge di bilancio. La Lega intanto rilancia sull’aumento per le pensioni di disabilità, tagliando il reddito di cittadinanza, e sulla la flat tax, tassa ridotta fino a 100 mila euro di fatturato.
Giampiero Guadagni