Giovedì 21 novembre 2024, ore 20:01

Manovra 

Recuperare risorse senza comprimere la spesa sociale 

Il Piano strutturale di bilancio tornerà domani in Consiglio dei Ministri per l'approvazione dopo la revisione dei conti nazionali operata dall’Istat. E' quanto emerso dall’incontro a Palazzo Chigi tra Governo (rappresentato dal sottosegretario Mantovano e dal ministro dell’Economia Giorgetti) e sindacati (con i segretari generali di Cgil Cisl e Uil). Giorgetti, illustrando le linee del Psb, ha confermato per la prossima manovra il taglio del cuneo fiscale e la riduzione a tre aliquote Irpef, da rendere strutturali. Ed ha assicurato interventi per garantire le cosiddette politiche invariate, oltre ad un incremento delle risorse per la sanità e i fondi per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti. Le riforme inserite nel Piano riguarderebbero giustizia, pubblica amministrazione, ambiente imprenditoriale, fisco.
Le risorse per la prossima manovra arriveranno in parte dalle maggiori entrate fiscali, da tagli alla spesa pubblica e da un contributo dalle banche che l’Esecutivo sta concordando. Giorgetti ha messo sul tavolo i numeri di riferimento. Sul debito pesa ancora l'effetto del super bonus. Il disavanzo è in calo di mezzo punto annuo sul pil con rientro dal deficit eccessivo nel 2026. La spesa per interessi si dovrebbe attestare intorno a 100 miliardi di euro. Al termine del periodo di riferimento del Psb si dovrebbe raggiungere un avanzo primario positivo.
Commenta il segretario generale della Cisl Sbarra: ““E’ stato un incontro importante, fortemente voluto dalla Cisl, che dimostra una apprezzabile apertura del Governo alle istanze delle parti sociali. Il Piano strutturale, imposto dalle nuove regole europee, condizionerà la politica sociale ed economica dei prossimi sette anni. Il dialogo sociale è essenziale non solo per affrontare le sfide immediate, ma anche per tracciare una rotta equa e sostenibile che ci guidi nel medio periodo. Ora il testo andrà in Parlamento e poi tornerà sul tavolo del Governo prima del via libera verso Bruxelles”. Aggiunge Sbarra: “Abbiamo espresso al Ministro Giorgetti la nostra preoccupazione per i limiti imposti dal Patto di Stabilità europeo, su cui auspichiamo una riforma nel corso della legislatura appena avviata. Accogliamo con favore lo sforzo del Governo nel delineare una traiettoria di rientro prudente e responsabile con una correzione nell’ordine del mezzo punto di Pil all’anno. Tuttavia, la Cisl ribadisce che tale percorso non può, e non deve, avvenire comprimendo la spesa sociale. Lavoro, crescita salariale, sanità, scuola, pensioni, sostegno alle famiglie, alla povertà e alla non autosufficienza sono capitoli che consideriamo prioritari e incomprimibili”. La Cisl ha proposto una serie di misure per recuperare risorse senza colpire i settori più vulnerabili della società. Tra queste, “un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale e contributiva, una spending review concertata che elimini gli sprechi ma tuteli il welfare, una revisione degli incentivi alle imprese per favorire le realtà che esercitano responsabilità sociale, applicano i buoni contratti, fanno partecipazione. Chiediamo inoltre una maggiore tassazione delle grandi rendite finanziarie e immobiliari, come pure un contributo di solidarietà da parte delle multinazionali e l'istituzione di un fondo garantito dallo Stato che convogli, su base volontaria, il risparmio privato verso l’economia reale. I segnali macroeconomici attuali ( occupazione, Pil , export , bilancia commerciale, economia ecc. ), pur incoraggianti, non devono farci abbassare la guardia. L’obiettivo, nell’immediato, è dare pieno compimento agli investimenti e ai progetti previsti dal Pnrr attraverso una governance partecipata, a partire dai territori”. Già dalla prossima manovra, conclude Sbarra, “dobbiamo mettere al centro coesione e qualità del lavoro, abbassare le tasse sulle fasce medie e popolari, prorogare e rendere strutturale la riduzione del cuneo contributivo e l’accorpamento delle prime aliquote Irpef. Bisogna assicurare la piena indicizzazione delle pensioni, detassare i frutti della contrattazione , rinnovare i contratti pubblici e privati, rilanciare strategie industriali, investire di più sulla sanità, famiglia e natalità ed anche nella scuola e nel sostegno alle marginalità”. In vista del 2026 e della fine delle risorse del Piano di Ripresa e Resilienza, “è necessario rilanciare la crescita, rafforzare e redistribuire la produttività, governando in modo sostenibile le grandi transizioni in atto attraverso investimenti che mettano al centro il lavoro di qualità, l’evoluzione partecipativa delle relazioni industriali, infrastrutture materiali e sociali, assunzioni e stabilizzazione del precariato storico nel pubblico impiego, nella sanità, nella scuola, un welfare più inclusivo e sussidiario. Di fronte a noi c’è un cammino complesso, che richiede già da oggi la costruzione di un Patto Sociale fondato su obiettivi strategici condivisi sostenuto dalla contrattazione e dalla partecipazione”.
Fissato intanto l’iter parlamentare del Piano strutturale di bilancio. Il testo del Governo sarà esaminato i primi di ottobre dalla Commissione Bilancio. il ministro dell’Economia Giorgetti dovrebbe intervenire giovedì 3 ottobre. Martedì 8 ottobre il Psb andrà in Aula alla Camera: la seduta si concluderà con il voto di una risoluzione. Il 15 ottobre il passaggio in Aula al Senato.
Nel frattempo l’Ocse rivede al rialzo le stime del Pil italiano, che dovrebbe crescere dello 0,8% nel 2024 (contro l'1% del 2023) per poi risalire all'1,1% nel 2025. L'inflazione, invece, dovrebbe passare dal 5,9% del 2023 all'1,3% del 2024, per poi salire al 2,2% nel 2025. Nell’area Ocse ”rimangono rischi significativi. Il persistere di tensioni geopolitiche e commerciali potrebbe danneggiare sempre più investimenti e aumentare i prezzi delle importazioni. La crescita potrebbe rallentare più bruscamente del previsto a causa del raffreddamento dei mercati del lavoro”. In Cina, la crescita dovrebbe invece calare al 4,9 % nel 2024 e al 4,5% nel 2025. Negli Stati Uniti, invece, la crescita annuale del Pil dovrebbe rallentare, ”ma potrà comunque beneficiare di un ammorbidimento della politica monetaria”. Secondo le nuove stime, il Pil Usa dovrebbe stabilizzarsi al 2,6 % nel 2024 e all'1,6% nel 2025.
Giampiero Guadagni
 

( 25 settembre 2024 )

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