Ma non va né il metodo né il merito. Il confronto atteso tra il governo con il premier Conte e i leader di Cgil, Cisl e Uil sulla legge di bilancio è arrivato solo dopo l’ok definitivo al testo da parte del Consiglio dei ministri.
Conte conferma la linea del dialogo ma afferma: ”Io non ho mai parlato di concertazione”. Immediata la replica della segretaria generale della Cisl Furlan: ”La concertazione non è una parolaccia. Oggi dobbiamo decidere quale metodo vogliamo avere. L’accordo che abbiamo fatto nei giorni scorsi sulla cassa Covid e ed il blocco dei licenziamenti è stato un fatto positivo. Io spero che lei signor presidente voglia caratterizzare il suo governo con un dialogo sociale costante”. Furlan ha aggiunto: ”La storia del Paese è costellata da accordi importanti tra governo e sindacati. Nei momenti drammatici e di emergenza del Paese i governi hanno interagito sempre con i sindacati: penso per esempio all’accordo storico con Ciampi nel 1993 sulla politica dei redditi quando noi abbiamo salvato l'Italia, come ci aveva riconosciuto il premio Nobel Modigliani e successivamente anche con il governo Prodi. Non ricordare questi momenti importanti significa fare un torto alla storia”.
Quanto al merito, ”la legge di Bilancio non prevede risorse sufficienti per le politiche attive, per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, per la sanità, per la riforma del fisco, per la non autosufficienza.
In particolare ”500 milioni per le politiche attive non bastano e l'abbiamo detto a più riprese. Il 2021 sarà un anno delicato. L’asticella dei licenziamenti a marzo non è distante e quindi prolungare la Naspi e rafforzare le politiche attive è per noi fondamentale. Ma le politiche attive si fanno con gli investimenti nelle strutture che dovranno incrociare domanda e offerta, i servizi per l’impiego”.
Lo stesso vale per la questione dei contratti. ”Nel settore privato i contratti vanno avanti e questo succede perché le aziende come i lavoratori hanno necessità della contrattazione per funzionare e per crescere. Per il pubblico impiego questa è la seconda legge di bilancio che non stanzia le risorse per un contratto dignitoso. Non potremo mai fare un contratto più basso per i lavoratori di quello rinnovato qualche anno fa”. Per il rinnovo servirebbe almeno un miliardo, 600 milioni in più di quanto stanziato.
E i sindacati di categoria hanno fissato lo sciopero nazionale per il 9 dicembre. “Nessuna apertura dal governo su risorse per la sicurezza, contratti e occupazione”, dicono i segretari generali di Cisl Fp, Fp Cgil, Uil Fpl e Ulipa, Petriccioli, Sorrentino, Librandi e Turco
Inoltre, per Furlan ”è evidente che anche le risorse stanziate per la sanità non sono sufficienti ed è questo il motivo per cui sollecitiamo l’utilizzo del Mes sanitario”. Un’altra esigenza posta è quella della riforma fiscale: ”Il fisco se ben rimodulato è un potente strumento di equità. In questo caso lo spostamento al 2022 e le risorse allocate nel 2021 non rispondono alle aspettative di giustizia e di equità sociale”. Cosi come la non autosufficienza che di finanziaria in finanziaria continua a non essere un obiettivo del Governo. ”Gli anziani sono esclusi dalla finanziaria perché ancora una volta per loro manca la rivalutazione delle pensioni”. Poi la scuola: ”Sono previste delle assunzioni ma queste non ricoprono neanche un quinto del precariato del comparto”.
Insomma, la manovra "non parla di crescita, di progetto Paese", per questo "accanto ad essa dovremo discutere con il governo sul Recovery fund, di come utilizziamo le tante risorse europee per la crescita, il lavoro, per dare davvero un futuro al Paese”. Sulla manovra le audizioni si terranno lunedì 23 e martedì 24 . Il primo giorno sarà la volta in videoconferenza di Cgil, Cisl e Uil e Ugl, Confindustria, e le altre parti sociali. A chiudere la giornata il ministro dell’Economia Gualtieri. Martedì toccherà invece a Banca d'Italia, Corte dei Conti, Cnel, Istat e Ufficio parlamentare di bilancio.