Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:29

Conti pubblici 

Psb, via libera delle Camere alle risoluzioni di maggioranza 

Camera e Senato hanno approvato le risoluzioni di maggioranza sul Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 che l'Italia dovrà inviare all'Europa. Le risoluzioni, in sostanza, impegnano il Governo tra le altre cose a ”prevedere, con la manovra di bilancio interventi che rendano strutturali gli effetti del taglio al cuneo fiscale sul lavoro e l'accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni già in vigore per l'anno in corso”. Il secondo filone su cui si impegna il Governo sono ”iniziative a sostegno delle famiglie, con particolare riguardo a quelle numerose, e della genitorialità, anche con misure volte a supportare gli istituti per la conciliazione dei tempi lavorativi con le esigenze familiari”. Si richiedono ”risorse per proseguire con il percorso avviato di rinnovo dei contratti del pubblico impiego” e ”fondi per sostenere la spesa sanitaria e mantenere gli investimenti pubblici in rapporto al Pil al livello registrato durante il periodo di vigenza del Pnrr”.
Per le opposizioni il Psb è ”l’ennesima occasione mancata”. E mentre c’è chi sottolinea come le nuova tasse mettano fuori gioco il ceto medio; altri osservano come con questo Piano sia morto il populismo elettorale del centrodestra. ”Il piano di Giorgetti certifica la stagnazione dell'economia italiana, che nel 2024 sta già rallentando e secondo le previsioni del Governo nei prossimi anni è destinata a crescere sistematicamente meno del resto d'Europa”, dice il responsabile Economia del Pd Misiani.
Intervenendo in Aula in replica alla discussione, il ministro dell’Economia Giorgetti ha ribadito il mantra della ”prudenza” in costanza di un debito pubblico ancora elevatissimo. Per Giorgetti ”c'è un'evidente correlazione tra demografia e crescita del Pil. Un Paese come il nostro che decresce, perdiamo 300mila-400 milia cittadini italiani ogni anno, non puoi immaginare una crescita al 3, 4 o 5%”.
In precedenza, in audizione alla Camera sul Psb davanti alle Commissioni Bilancio congiunte, anche Giorgetti - così come Bankitalia e Ufficio parlamentare del Bilancio - aveva definito ”più difficile” dopo la revisione delle stime dell'Istat sui conti pubblici, il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell'1% per l'anno in corso. Il titolare del Mef rivede l'obiettivo sulla crescita che il Governo ha finora utilizzato nei documenti di finanza pubblica. Poi auspica una piena attuazione delle norme esistenti in materia edilizia sui corretti valori degli estimi catastali, con una ricerca delle case fantasma e la rivisitazione per gli immobili che hanno beneficiato di bonus edilizi. Giorgetti annota che ”i nuovi dati trimestrali, pur avendo un probabile impatto sulla lettura finale del 2024, non suscitano preoccupazioni per gli anni seguenti”. Giorgetti definisce il Psb ”un documento ambizioso ma realistico” che affronta ”i principali problemi del Paese”; e delinea ”un percorso di rientro dal deficit accumulato negli anni precedenti”. Necessario mettere il testo in relazione con l'attuale contesto economico e geopolitico: ”L'allargamento dei conflitti in atto, in particolare nel Medio Oriente, sta aumentano ulteriormente l'incertezza che caratterizza lo scenario globale”.
Guardando alla prossima legge di bilancio, attesa in Cdm nelle prossime settimane, Giorgetti ribadisce: "Fornirà le risorse necessarie a confermare gli interventi ritenuti prioritari. Tra questi rientrano, soprattutto, le misure necessarie a rendere strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale sul lavoro e l'accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni già in vigore per l'anno in corso, nonché interventi finalizzati a favorire la natalità e a fornire un sostegno alle famiglie più numerose”. L’obiettivo è ”tagliare tutte le spese tranne quella sanitaria che manterrà l'incidenza sul Pil. Tutte le altre subiranno tagli significativi e costringeremo le amministrazioni a farli”.
Intanto, intervenendo a Bologna al Consiglio generale della Fnp-Cisl, il segretario generale della Cisl Sbarra ha detto: “Vanno garantite maggiori risorse per il Fondo Sanitario Nazionale. ”Sono decenni che la sanità pubblica è colpita e depotenziata da riduzioni di personale, piani di rientro, accorpamenti e tagli di presìdi sanitari , smantellamento della medicina territoriale”. Aggiunge Sbarra: ”Parliamo di 37 miliardi sottratti alla salute pubblica negli ultimi 15 anni. Bisogna recuperare il terreno perduto, assumere più medici ed infermieri, sviluppare i servizi socio-sanitari, estendere la medicina di prossimità, ridurre i tempi di attesa, rilanciare gli investimenti su prevenzione e domiciliarità , telemedicina e ricerca, ammodernare strumentazioni e plessi ospedalieri”. Sarà la sanità, quindi, uno dei tempi centrali che il sindacato porrà al Governo nel dialogo sulla manovra. Spiega Sbarra: ”La Cisl come sempre sarà pronta al dialogo e confronto, avanziamo idee e proposte, senza pregiudizi, senza chiusure ideologiche, con pragmatismo e responsabilità, con la capacità di cercare la sintesi. Se invece non troveremo una disponibilità reale e costante, o se ci vedremo proporre soluzioni sbagliate, allora sapremo metterci di traverso facendo sentire la nostra voce”.
Altra materia sociale come sempre sensibile è quella previdenziale. Nel corso dell’audizione sul Psb il presidente dell’Istat Chelli ha detto che ”le ipotesi sulle prospettive della speranza di vita a 65 anni contemplate nello scenario mediano presagiscono una crescita importante, a legislazione vigente, dell'età al pensionamento. Rispetto agli attuali 67 anni, si passerebbe a 67 anni e 3 mesi dal 2027, a 67 anni e 6 mesi dal 2029 e a 67 anni e 9 mesi a decorrere dal 2031, per arrivare a 69 e 6 mesi dal 2051”. Anche nello scenario di natalità più favorevole, afferma l’Istat, ci sarà ”un'amplificazione dello squilibrio tra nuove e vecchie generazioni” che comporterà ”un impatto importante”. Squilibrio che ”appare guidato più dall'attuale articolazione per età della popolazione che dai cambiamenti demografici ipotizzati (evoluzione di fecondità, mortalità e dinamiche migratorie): la proporzione è, all'incirca, di due terzi e un terzo rispettivamente”. Nel 2031 le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 27,7% del totale secondo lo scenario mediano (dal 24,4% del 2023 e fino al 34,5% nel 2050). Secondo l'Istat quindi ”l'impatto sulle politiche di protezione sociale sarà importante, dovendo fronteggiare i fabbisogni di una quota crescente (e più longeva) di anziani”.
Giampiero Guadagni

( 9 ottobre 2024 )

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