Venerdì 22 novembre 2024, ore 6:56

Manovra 

Poche luci e troppe ombre 

Sul capitolo più spinoso della manovra, le pensioni, il Consiglio dei ministri ha dunque scelto Quota 102, l’uscita con 62 anni di età e 38 contributi. Dopo un anno di Quota 102, spiega il premier Draghi, si tornerà al contributivo, alla legge Fornero. Ma aggiunge che il Governo aprirà un confronto, già nelle prossime settimane, su tre punti: flessibilità in uscita, riequilibrio delle pensioni per i giovani, recuperare al mercato del lavoro chi è andato in pensione e oggi lavora in nero. Con un principio di fondo: l'equilibrio dei conti, per cui ogni intervento dovrà essere sostenibile. ”Le storture nel sistema pensionistico ci sono, ci sono prestazioni sociali inadeguate e resta il problema del debito pubblico, ma su tutti questi fronti - spiega Draghi - è la crescita la vera soluzione”.
Tutto questo considerato Draghi dice: ”Non mi aspetto uno sciopero generale”.
I sindacati decideranno sabato forme e modi delle mobilitazioni, che durino nelle settimane e che possano determinare una pressione sociale sulle commissioni parlamentari nella prospettiva di cambiare e di migliorare le misure adottate.
Spiega il leader della Cisl Sbarra: ”È una legge di Stabilità con poche luci e ancora troppe ombre, che nasce squilibrata a causa dello scarso dialogo sociale che l’ha preceduta”. La Cisl apprezza alcuni passi avanti fatti in queste ore su non autosufficienza e ammortizzatori sociali. Condivide il finanziamento per assicurare certezza sul rinnovo dei contratti pubblici e i 2 miliardi aggiuntivi sul fondo sanitario. Quanto al taglio della pressione fiscale la richiesta è che il fondo da 8 miliardi sia interamente destinato alla riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle famiglie.
Ma il nodo che più preoccupa resta però quello pensionistico.
Sottolinea Sbarra: ”Bene l'apertura del presidente del Consiglio sulla volontà di avviare il tavolo di confronto con il sindacato per dare al sistema previdenziale maggiore flessibilità ed equità. Ma allo stato dell’arte quello che conta è ciò che è scritto in Manovra. E Quota 102 altro non è che l’ennesima misura tampone verso un inesorabile ritorno alla legge Fornero. Una impostazione assolutamente inaccettabile”.
Per il sindacato l’obiettivo è quello di arrivare a una riforma complessiva che lasci ai lavoratori la libertà di uscire dal mercato del lavoro a partire da 62 anni. Occorre realizzare l’obiettivo di 41 di contributi a prescindere dall’età , introdurre una pensioni di garanzia per giovani e donne e forti incentivi per la previdenza complementare. Va poi resa strutturale l’Ape Sociale e prorogata senza ulteriori penalizzazioni sull'età l'accesso a Opzione Donna. E occorre allargare il perimetro della 14/ma mensilità per i pensionati.
È comunque prematuro parlare di sciopero generale, dicono Cisl e Uil, Fim e Uilm, che stigmatizzano le fughe in avanti che rischiano di alterare il clima unitario. Il riferimento è alla iniziativa adottata dalla Fiom che ha deciso per un pacchetto di 8 ore di sciopero.
Commenta il segretario generale della Fim Benaglia: ” Si tratta di uno sciopero dannoso che divide i metalmeccanici facendoli tornare indietro di anni, proprio mentre con l’uscita dalla pandemia il bisogno di coesione è fortemente sentito nei luoghi di lavoro”. Benaglia contesta ancora di più ”la scelta politica” a monte di una decisione assunta ”addirittura prima del varo definitivo della legge di bilancio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Uilm Palombella: ”Noi non aderiamo a nessun pacchetto di scioperi messo a disposizione dalla Fiom, ma ci muoveremo all'interno di un percorso che ha visto Cgil Cisl e Uil convergere su una piattaforma unitaria, dalle pensioni al fisco. Qualsiasi fuga in avanti della Fiom, invece, anziché rafforzare questa posizione la indebolisce e crea tensione”.
Il testo della legge di Bilancio approda la prossima settimana in Parlamento. Mario Draghi ha parlato di ”manovra espansiva”, con una strategia di fondo: spingere la crescita. Strategia che si riassume nella cifra di 12 miliardi al taglio delle tasse, in una legge di bilancio da 30 miliardi. Su come tagliare le tasse, il Governo discuterà con parti sociali e Camere. incrociando anche il disegno complessivo della riforma fiscale.
Ci sono poi gli investimenti, primo volano della manovra: 89 miliardi dal 2022 al 2036, ma sommando il Recovery plan c'è un totale di 540 miliardi di investimenti nei prossimi 15 anni. Risorse destinate al completamento delle infrastrutture ferroviarie, per le metropolitane delle grandi aree urbane, per le infrastrutture autostradali già avviate e per la loro manutenzione straordinaria e messa in sicurezza, nonché interventi per la tutela del patrimonio culturale e per l'edilizia scolastica. Vengono stanziate risorse per il Giubileo di Roma e per le Olimpiadi di Milano-Cortina. Viene aumentata la dotazione del Fondo di Sviluppo e Coesione per il periodo 2022-2030 con complessivi 23,5 miliardi.
Draghi si dice ”soddisfatto”e prevede che il Pil crescerà quest'anno ben oltre il 6% e al 4,7% nel 2023, in salita rispetto alle previsioni.
E infatti l’Istat ha fatto sapere che la crescita acquisita per il 2021, quella che si otterrebbe se nel quarto trimestre dell'anno il Pil italiano registrasse una variazione congiunturale nulla, è pari al 6,1%. Nel terzo trimestre il Pil è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,8% in termini tendenziali.
Al Cdm si è consumata l’ultima partita sul reddito di cittadinanza, che viene comunque rifinanziato per un miliardo. Il leader M5s Conte ha chiesto e ottenuto di stabilire che il decalage scatti dopo il primo rifiuto di un'offerta di lavoro e non dopo sei mesi. Il centrodestra ha rilanciato: dopo il no alla prima offerta, bisogna decadere dall'assegno. Alla fine l'asticella viene posta sulle due offerte. Ma vengono inseriti anche forti controlli ex ante e un meccanismo che renda conveniente accettare i lavori, perché il sistema precedente - dice Draghi - ”non ha funzionato e ha spinto il lavoro nero”.
Con una spesa di circa 3 miliardi di euro nel 2022 la manovra dà poi attuazione alla riforma degli ammortizzatori sociali, con un aumento dei sussidi di disoccupazione e un’estensione degli istituti di integrazione salariale ordinari e straordinari ai lavoratori di imprese attualmente non inclusi, nonché agli apprendisti e ai lavoratori a domicilio. Sono previsti incentivi all'utilizzo dei contratti di solidarietà e la proroga per il 2022 e il 2023 del contratto di espansione con l’estensione a tutte le imprese che occupano più di 50 dipendenti. Il congedo di paternità di 10 giorni viene reso strutturale.
Per quanto riguarda il pubblico impiego vengono disposti il finanziamento permanente di un fondo per le assunzioni con 250 milioni di euro e l'incremento del trattamento economico accessorio per 360 milioni. Sono previste ulteriori risorse per la formazione dei dipendenti pubblici.
Previsto inoltre il finanziamento permanente del Bonus Cultura per i diciottenni. Sono estesi per tutto il 2022 gli incentivi fiscali previsti per l'acquisto della prima casa da parte degli under36 e finanziati il Fondo affitti giovani e il Fondo per le politiche giovanili.
Giampiero Guadagni

( 29 ottobre 2021 )

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