Anche la Cgil, rimarca la segretaria confederale Fracassi, chiede da tempo una riforma fiscale che rafforzi la progressività senza ridurre il gettito complessivo, senza diminuire le dotazioni necessarie a sostenere le prestazioni sociali, beni e servizi pubblici, investimenti pubblici. Ed è necessario ” un riequilibrio delle entrate affinché siano meno colpiti i lavoratori e i pensionati, specie con redditi medi e bassi, e maggiormente tassati la rendita improduttiva, i grandi patrimoni, gli extra profitti, le transazioni finanziarie”.
La Uil, con il segretario generale Bombardieri, osserva: ”Le Raccomandazioni ribadiscono un principio fondamentale: il coinvolgimento sistematico delle parti sociali è fondamentale non solo per la pianificazione e l'attuazione del Pnrr, ma anche per la definizione delle riforme e delle politiche occupazionali ed economiche”.
Le riforme sono un campo minato per il Governo, con la maggioranza che va avanti fra altolà e attacchi incrociati. La tensione resta alta, malgrado i richiami del premier Draghi e di Bruxelles, che ha sollecitato l'Italia a tenere il passo con gli interventi necessari a ottenere i fondi del Pnrr, come quelli su fisco e concorrenza. Quindi anche su catasto e concessioni balneari. Materie su cui la Lega e FI hanno piantato più di un paletto. Per il segretario del Pd Letta ”Salvini mette a rischio le risorse del Pnrr”. Ma per il Carroccio ”se l’Esecutivo è a rischio è per i capricci del Pd sullo ius soli e il ddl Zan e del M5s che non vuole i termovalorizzatori”.
Ma in ballo c’è ora il Recovery, con i miliardi stanziati dall'Europa per rilanciare il Paese. Palazzo Chigi ha messo in guardia: "Il Pnrr non è solo investimenti - è stato il richiamo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Garofoli - ma prevede anche una profonda tensione riformistica con un grande ruolo del Parlamento”.
Sul catasto c'è un accordo di massima, che però non pare affatto blindato. Sui balneari la discussione è accesa, con Lega e Forza Italia che spingono per il rinvio delle gare oltre il 2023 e per indennizzi più corposi ai titolari delle concessioni che dovessero perderle. Sulla giustizia Lega e Italia Viva hanno più di una perplessità. Il primo test di tenuta è atteso nelle prossime ore, con la riforma sulla concorrenza ripartita ieri in commissione al Senato.
Giampiero Guadagni